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Rocchi difende arbitri e Var: “Se dubitano della nostra buona fede, me ne vado”

Gianluca Rocchi mette la faccia. Ospite di Open Var, il responsabile della Can A ha passato in rassegna gli episodi più discussi della 17ª giornata di Serie A, chiarendo le decisioni arbitrali e rispondendo in modo diretto alle polemiche, comprese quelle sollevate dalla Lazio dopo Udine. Toni fermi, parole nette e una frase che pesa come un macigno: «Se qualcuno non crede alla nostra buona fede, io domani mattina lascio».

Il punto più delicato resta il gol di Keinan Davis. Per Rocchi la rete è regolare, ma il problema non è l’interpretazione, bensì la regola stessa. La famosa “immediatezza” del tocco di mano che porta al gol, prevista dalla regola 12, non ha parametri oggettivi. Davis recupera palla, salta più avversari e segna: per Rocchi non si può parlare di azione immediata. (continua dopo la foto)

Qui arriva l’ammissione più forte: la norma così com’è crea confusione anche agli arbitri. «Se da fuori faccio fatica io a capire qual è la decisione corretta, figuriamoci in campo», ha spiegato. Il caso verrà sottoposto all’Ifab, perché senza criteri chiari il rischio è quello di alimentare polemiche senza fine.

Sulla lettera di protesta del club biancoceleste, Rocchi alza un muro. Non entra nel terreno politico, ma fissa un confine invalicabile: la buona fede degli arbitri. Gli audio Var vengono resi pubblici proprio per trasparenza, anche quando evidenziano errori. «Se qualcuno pensa che non siamo onesti intellettualmente, io non resto», ha detto, rivendicando l’obiettivo di sbagliare il meno possibile, sapendo che l’errore fa parte del gioco. (continua dopo la foto)

Su Lecce-Como, gol di Nico Paz: decisione corretta. Il contatto su Ramadani non è da sanzionare, non è un fallo chiaro. Su Milan-Verona, rigore per contatto Nkunku-Nelsson: «Rigore chiaro, 100%». Rocchi elogia Fabbri per il coraggio di assegnarlo in campo.

Su Torino-Cagliari, contatto Paleari-Idrissi: qui l’errore c’è. Per Rocchi è rigore e ammonizione, con una catena di valutazioni sbagliate che parte da un fuorigioco fischiato sbagliando. Infine Roma-Genoa, uscita di Svilar su Ostigard: rigore. Il portiere è in ritardo e colpisce il volto dell’avversario.

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