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“Quel documento su Sempio”. Garlasco, scoperta e annuncio shock di Garofano: “Sorpresa anche per me”

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A quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna prepotentemente al centro della scena mediatica. Una nuova rivelazione del generale Luciano Garofano, ex comandante dei RIS di Parma, riaccende l’attenzione su una delle vicende giudiziarie più controverse d’Italia. Durante un’intervista concessa a Ilenia Petracalvina per il programma Lo Stato delle Cose, Garofano ha parlato apertamente di un documento “mai depositato” legato a Andrea Sempio, amico d’infanzia della vittima e, per un periodo, finito sotto la lente degli inquirenti. Una dichiarazione che scuote ancora una volta gli equilibri di un caso che sembrava ormai chiuso.

Il generale Luciano Garofano, intervistato sul caso Garlasco

La consulenza del 2017 e il documento scomparso

Garofano ha rivelato che nel 2017 aveva redatto una consulenza tecnica su incarico della difesa di Sempio, ma quella relazione non sarebbe mai stata formalmente depositata. Il documento, richiesto dall’avvocato Soldani, riguardava la perizia Linarello, la quale ipotizzava una compatibilità tra il DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi e quello dello stesso Andrea Sempio. Tuttavia, la mancata presentazione della consulenza agli atti apre oggi un nuovo capitolo di domande e sospetti sulla gestione di quella delicata fase dell’indagine.

Secondo quanto riferito, Garofano aveva ricevuto tutta la documentazione necessaria e non aveva dubbi sulla legittimità dei materiali esaminati, essendo stati forniti ufficialmente dagli avvocati della difesa. Eppure, il fatto che la relazione non sia mai comparsa tra gli atti ufficiali lascia spazio a interrogativi destinati a riaccendere la curiosità pubblica e mediatica.

La ricostruzione delle indagini e il nome di Sempio

Nell’intervista, il generale ha ricostruito con precisione i passaggi di quell’incarico. L’11 gennaio 2017 ricevette la perizia De Stefano, e appena due giorni dopo gli fu chiesto di valutare il profilo genetico di Sempio alla luce della relazione Linarello. Dopo aver analizzato i campioni, Garofano confermò che il DNA corrispondeva effettivamente a quello di Andrea Sempio. Tuttavia, secondo le conclusioni della perizia De Stefano, il materiale genetico non era idoneo a un confronto comparativo, rendendo impossibile trarre certezze scientifiche sulla presenza di Sempio sulla scena del delitto.

Questa discrepanza tra riscontri tecnici e interpretazioni giuridiche rimane uno dei nodi irrisolti del caso, che negli anni ha visto un susseguirsi di ipotesi, depistaggi e controperizie, contribuendo a creare una delle trame più intricate della cronaca nera italiana.

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