Pesto ritirato dal Ministero della salute: fate attenzione al noto marchio – Un lotto del “pesto 100% vegetale” è stato ritirato dai supermercati a seguito di un richiamo del Ministero della salute. Le consumatrici e i consumatori in possesso delle confezioni interessate possono restituirle al punto vendita d’acquisto, dove saranno sostituite o rimborsate. Di seguito tutti i dettagli sul ritiro del noto prodotto alimentare. (continua a leggere dopo le foto)
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Pesto ritirato dal Ministero della Salute: tutti i dettagli
Un lotto del “pesto 100% vegetale” prodotto da Biffi è stato ritirato dai supermercati Esselunga e Coop, come si legge nell’allerta alimentare pubblicato nell’apposita sezione del sito web del Ministero della Salute. Dietro al richiamo del “pesto 100% vegetale 150 gr” da parte del Ministero della salute, ci sarebbe il fatto che il pesto prodotto da Biffi può contenere allergeni non dichiarati. (continua a leggere dopo le foto)
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Pesto ritirato dal Ministero della Salute: qual è il marchio
Un lotto del “pesto 100% vegetale” prodotto da Biffi è stato ritirato dai supermercati a seguito di un richiamo del Ministero della salute. Sulla confezione del minestrone mancherebbe infatti l’avvertenza obbligatoria per legge: “Il prodotto non deve essere consumato da soggetti allergici ai derivati al latte“. Il lotto ritirato dai supermercati a causa del rischio di presenza di allergeni è il L30PL3F prodotto nello stabilimento di Via Piacenza 20 – 26865 San Rocco al Porto (LO) con scadenza 24/01/2024. Il pesto 100% vegetale è prodotto da Formec Biffi S.p.A. Nello specifico, si tratta delle vaschette da 150 gr. (continua a leggere dopo le foto)
Il lotto e il motivo del ritiro del prodotto alimentare
L’azienda raccomanda alle persone allergiche al latte o intolleranti al lattosio di non consumare il pesto con il numero di lotto segnalato. Le consumatrici e i consumatori in possesso delle confezioni interessate possono restituirle al punto vendita d’acquisto, dove saranno sostituite o rimborsate. Il Regolamento UE n. 1169/2011, entrato in vigore il 13 dicembre 2014, ha introdotto infatti l’obbligo per produttori ed esercizi commerciali di segnalare, nei cibi, la presenza di sostanze che possono provocare allergie o intolleranze.