x

x

Vai al contenuto

Paura a bordo dell’aereo: il capitano va in bagno ma accade il peggio, assurdo

Pilota va in bagno, malore per il copilota

Secondo quanto è emerso successivamente, durante la fase di volo regolare, il comandante ha lasciato momentaneamente la cabina per recarsi in bagno. Una prassi abituale, gestita con attenzione, che non ha mai destato allarmi nei protocolli standard di sicurezza. Il co-pilota è rimasto solo ai comandi, con il pilota automatico attivato e la situazione sotto controllo. Ma proprio in quel lasso di tempo, qualcosa di del tutto inaspettato è accaduto. Il primo ufficiale ha smesso di rispondere alle comunicazioni, e nessun comando è più stato impartito da parte sua. Il comandante, tornando alla porta della cabina, ha bussato più volte senza ricevere risposta.

La situazione ha richiesto lucidità e sangue freddo. Il comandante ha tentato di aprire la porta con il codice di emergenza previsto, ma come da procedura, il sistema ha previsto un breve ritardo nell’apertura automatica, per motivi di sicurezza introdotti dopo altri tragici eventi del passato. Dopo alcuni minuti di tensione, la porta si è finalmente sbloccata. Il comandante è riuscito a rientrare e ha trovato il collega in stato di incoscienza. In quel momento, ha preso immediatamente il controllo dell’aeromobile, riportando la situazione alla normalità.

Nel frattempo, il personale di bordo ha gestito la situazione mantenendo la calma tra i passeggeri, che sono rimasti ignari di quanto stava accadendo nella cabina di pilotaggio. Il comandante ha comunicato con il centro di controllo aereo per segnalare l’incidente e ha ricevuto istruzioni su come procedere. È stato deciso di proseguire verso la destinazione finale, Siviglia, visto che l’aereo non ha mai perso la traiettoria e che la stabilità di volo è rimasta garantita. All’arrivo, squadre mediche hanno atteso l’equipaggio e hanno prestato soccorso al co-pilota, che è stato subito trasportato in ospedale per accertamenti.

Le conseguenze e la riflessione

Dopo l’atterraggio, l’incidente ha cominciato a diffondersi nei media internazionali. Le autorità aeronautiche hanno avviato un’indagine per chiarire i dettagli dell’accaduto. È emerso che il volo ha proseguito per circa dieci minuti senza supervisione diretta, affidato unicamente al pilota automatico, mentre il co-pilota non era in grado di intervenire per cause ancora non completamente divulgate. Fortunatamente, i sistemi dell’Airbus A321 hanno garantito la stabilità del volo, e l’intervento tempestivo del comandante ha impedito qualsiasi aggravamento della situazione. Lufthansa ha confermato l’episodio, sottolineando che la sicurezza dei passeggeri non è mai stata realmente compromessa.

Tuttavia, la dinamica dell’incidente ha sollevato nuove domande sul protocollo in cabina. Dopo la tragedia del volo Germanwings nel 2015, che ha portato molte compagnie ad adottare la regola dei due membri dell’equipaggio sempre presenti in cabina, alcune pratiche sono state riviste o allentate. In questo caso, quella regola non è stata applicata. La compagnia aerea ha dichiarato che sta rivalutando le sue procedure interne per garantire che episodi simili non si ripetano, e che la salute degli equipaggi verrà monitorata con ancora maggiore attenzione.

L’evento ha ricordato, una volta di più, quanto sia complessa e delicata la sicurezza nei cieli. Anche se la tecnologia ha compiuto passi da gigante e i protocolli di emergenza sono ormai estremamente raffinati, rimane sempre una componente umana fondamentale, soggetta a imprevisti. In questo caso, tutto si è risolto senza danni, ma l’accaduto ha rappresentato un campanello d’allarme. L’aereo ha proseguito il suo viaggio come se nulla fosse, ma dietro quel silenzio ad alta quota, si è consumato un momento critico che ha richiesto prontezza, lucidità e responsabilità.

Argomenti