Una cura sperimentale
Oliviero Toscani ha dichiarato: “Faccio da cavia. A ottobre ho anche preso una polmonite virale e il Covid, mi hanno tirato per i capelli. Penso di essere stato anche morto, per qualche minuto: ricordo una cosa astratta di colori un po’ psichedelici. In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali”. Sull’eventualità della morte ha detto: “Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero”. Toscani ha comunque deciso di lottare. Come le altre sperimentazioni, il trial in cui è arruolato Toscani ha la durata di circa un anno. (Continua a leggere dopo le foto)
Il medico che lo ha in cura, il dottor Michele Emdin, come riportato da Adnkronos, ha detto: “La catena che porta alla amiloidosi cioè alla deposizione di una proteina anomala in un organo, in questo caso nel cuore, parte da una alterazione genetica che poi si traduce nella presenza di una proteina ‘malata’ nel sangue, che si degrada formando i ‘mattoni’ delle amiloidi che poi vanno a depositarsi nell’organo. Ogni anello della catena è un bersaglio terapeutico. I farmaci attualmente in commercio agiscono sulla trascrizione proteica o sulla stabilizzazione della proteina”. Il centro “che dirigo e che è specializzato nella diagnosi, nella terapia e nella ricerca sulla malattia – prosegue Emdin – ha l’obiettivo di fornire al singolo paziente, ma anche alla popolazione di pazienti in generale, ogni nuovo strumento terapeutico. E nel più breve tempo possibile. Partecipare a una sperimentazione, quindi, vuol dire avere la possibilità di utilizzare un farmaco che ha un’elevata probabilità di essere efficace, anni prima che venga immesso in commercio. In questo caso parliamo di molecole sinergiche alle terapie standard”.