x

x

Vai al contenuto

Musetti “spiega” Sinner e Alcaraz: le differenze fra i campioni, senza dimenticare Djokovic

Lorenzo Musetti si è goduto le ATP Finals di Torino non solo da protagonista in campo, ma anche da tifoso privilegiato. Il tennista azzurro ha vissuto momenti che per lui hanno avuto un sapore speciale. Dalla visita al centro sportivo della “sua” Juventus alla foto con Del Piero, fino alla maglia autografata di Perin, il carrarino ha attraversato giorni intensi, culminati con un’intervista nel podcast ‘Small Talk’ dello Juventus Creator Lab, dove si è divertito con paragoni e giochi a tema.

Musetti ha aperto la serie di associazioni collegando Jannik Sinner a Cristiano Ronaldo: “Molto metodico e perfezionista”. A Rafa Nadal ha attribuito la figura di Gigi Buffon, per carisma e leadership, mentre l’accostamento tra Federer e Del Piero gli è sembrato “perfetto, da poeta a poeta”.

Per Carlos Alcaraz ha scelto Zidane, spiegando che “inventa tanto e disegna”, mentre per Novak Djokovic gli è venuto in mente Roberto Baggio, avvicinandoli per la fama e l’aura da leggenda che li circonda. Singolare la scelta per Matteo Berrettini, paragonato a Trezeguet per la “bella stazza” e il colpo deciso. Per se stesso ha citato Andrea Pirlo, figura che ammira per eleganza e personalità.

Musetti ha raccontato l’affetto per Torino, città che lo ha fatto sentire a casa: “La gente sa stare al suo posto, l’ambiente è stato magnifico”. La vittoria su De Minaur, arrivata in un clima carico, lo ha confermato. L’imminente nascita del secondo figlio lo ha reso ancora più consapevole: “Ora mi sento più maturo”. (continua dopo la foto)

Poi spazio alla sua anima vintage: “Per molti sono un giovane vecchio, per i gusti musicali e per il mio stile di gioco”. Il merito è del padre, che lo ha introdotto al rock anni ’80-90 e ai Pink Floyd, diventati parte della sua quotidianità.

Il carrarino ha parlato senza filtri della sua guerra con l’ansia: “Durante la crescita ho affrontato attacchi di panico. Mi sentivo un coltello tra lo stomaco e lo sterno, dicevo al mio box che non riuscivo a respirare”. Oggi però il lavoro mentale sta dando frutti: “Ho imparato a gestire le situazioni pre-gara e sto molto meglio”. Il dialogo con se stesso, spesso duro, è rimasto: “Se l’avversario vede che parli da solo ne approfitta”.

Sinner e Alcaraz, la differenza secondo Musetti

Tra le domande più curiose, quella sull’allenatore ideale se il tennis fosse il calcio. Musetti ha costruito una squadra completa: Mourinho per la personalità, Spalletti per la tecnica, Zeman per la forma fisica e Allegri per la tattica. Inevitabile il riferimento alla passione bianconera: “È nata grazie a Buffon, il portabandiera della nostra città”.

In chiusura, l’elogio alle colleghe Jasmine Paolini e Sara Errani, protagoniste del momento d’oro del movimento italiano. Poi la frase che più ha fatto discutere, quella che definisce la differenza tra Sinner e Alcaraz: “Sono un gradino sopra tutti, ma sono opposti. Jannik è un Djokovic 2.0 che tira più forte; Carlos è più artista e, nel suo essere artista, ha degli alti e bassi. Può essere meno efficace di Jannik, che è un rullo compressore”.

Leggi anche: