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Lutto nel calcio, addio all’allenatore della mitica squadra

Il dolore della squadra argentina e il tributo a Miguel Angel Russo

Il Club Atlético Boca Juniors ha voluto rendere omaggio con parole che pesano come macigni: “Il Boca Juniors annuncia con profonda tristezza la scomparsa di Miguel Angel Russo. Miguel lascia un segno indelebile nella nostra istituzione e sarà sempre un esempio di gioia, calore e impegno. Accompagniamo la sua famiglia e i suoi cari in questo momento di dolore. Addio, caro Miguel”.

Il dolore si è riversato sulle tribune e nei cuori dei tifosi, mentre la recente vittoria per 5-0 sul Newell’s è diventata un dono per lui, un ultimo gesto d’amore dei suoi uomini in campo. In quell’occasione, la voce del vice allenatore Claudio Ubeda ha risuonato con sincerità: “Gli vogliamo molto bene, vogliamo che guarisca presto e gli auguriamo il meglio”. Parole che, poche ore dopo, hanno assunto un significato ancora più profondo.

Dal campo all’anima della squadra: un viaggio unico

La storia di questo allenatore nasce tra le file di un grande club, dove ha vissuto gli anni più intensi da calciatore. Tra il 1975 e il 1988, la sua presenza nell’Estudiantes si è intrecciata con quella di altri grandi nomi, costruendo un centrocampo destinato a rimanere nella memoria collettiva. Convocato dalla nazionale argentina, non poté però vivere la favola del Mondiale ’86, esperienza che lui stesso definì dolorosa, ma che seppe trasformare in forza grazie alle parole di Carlos Bilardo: “Il giorno in cui diventerai allenatore, capirai”.

Da quel momento iniziò una nuova avventura, fatta di sfide e di risalite, di squadre rilanciate e di reputazione costruita giorno dopo giorno, non tanto per la quantità di trofei quanto per lo spirito con cui affrontava ogni ostacolo.

I successi di Miguel Angel Russo

Il primo grande trionfo arrivò nel 2005, quando guidò il Vélez Sarsfield al titolo argentino, ma fu nel 2007 che la sua leggenda prese forma definitiva: chiamato direttamente da Maradona, condusse il Boca Juniors alla conquista della Copa Libertadores, il sogno di ogni tifoso sudamericano.

Non si fermò lì. Nel Rosario Central, Miguel Angel Russo seppe regalare al club la Coppa di Lega e due salvezze memorabili, mentre in Colombia, con i Millonarios, conquistò il titolo nazionale appena un giorno dopo una seduta di chemioterapia. Un gesto, questo, che racconta più di mille parole la sua determinazione e il suo amore per il calcio.

L’ultimo ritorno e il saluto di un popolo

Nel giugno 2024, Miguel Angel Russo aveva scelto di tornare, per la terza volta, sulla panchina del Boca Juniors. Un legame mai interrotto, un abbraccio costante con i tifosi che oggi lo ricordano con lacrime e orgoglio. Si era persino parlato di lui come possibile guida della nazionale argentina, segno di una stima conquistata con dedizione e coerenza.

Oggi, il calcio argentino perde non solo un tecnico esperto, ma anche un simbolo di umanità e passione. Resterà per sempre nei cuori di chi ama questo sport, esempio di come la determinazione e il rispetto possano cambiare la storia di una squadra e di un intero Paese.

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