“La morte di mio figlio, la mia vita devastata”. Il dramma del campione di Serie A: parole strazianti – Diego Fuser, noto ex centrocampista di Serie A, ha condiviso pubblicamente il dolore che ha stravolto la sua esistenza. In una recente intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Fuser ha ricordato la carriera ricca di successi e la perdita devastante del figlio Matteo, scomparso nel 2015 a soli 16 anni dopo una lunga malattia. «Mi ha cambiato la vita, devastandola per sempre. È una cosa che ti segna dentro, difficile da spiegare. Provi ad accettarlo ma cerchi risposte che non esistono», ha dichiarato Fuser, sottolineando il peso insormontabile della tragedia.

Gli inizi nella giovanili del Torino e la passione per il calcio
Il percorso sportivo di Fuser ha avuto inizio nelle giovanili del Torino, pur tifando da piccolo per la Juventus a causa dell’influenza paterna. «Mio padre mi portava allo stadio ogni domenica. Il mio idolo era Tardelli», ha raccontato l’ex calciatore, spiegando come la crescita nel settore professionistico abbia trasformato il suo rapporto con il tifo. Nel 1989, Diego Fuser ricevette l’opportunità di entrare a far parte del Milan guidato da Arrigo Sacchi, successivamente affidato a Fabio Capello. Dopo un primo anno di ambientamento e un prestito alla Fiorentina, Fuser decise di cambiare squadra quando Capello preferì Gullit nel suo ruolo: «Chiesi di andare via a fine stagione».

L’esperienza alla Lazio e la delusione dell’addio
La chiamata di Dino Zoff lo portò alla Lazio, dove visse quattro anni intensi da capitano. «Scelsi la Lazio per Zoff. Sono stati anni bellissimi, ma dispiace per come si concluse», ha dichiarato Fuser, riferendosi all’addio deciso dalla società e dall’influenza di Roberto Mancini e Sven-Göran Eriksson: «Mi hanno lasciato andare come uno dei tanti, c’erano altri piani», ha aggiunto.
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