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Morte Berlusconi: i migliori acquisti fatti al Milan

Silvio Berlusconi è stato un vero precursore anche nel calcio: il primo grande magnate disposto ad investire grandi capitali sul calciomercato. Vediamo quali sono stati i più importanti colpi nella sua era al Milan

Silvio Berlusconi ha tracciato un’era nel calcio italiano e mondiale. Nei suoi 31 anni da proprietario del Milan è riuscito ad alzare ben 29 trofei diventando il secondo presidente più vincente della storia dello sport, dietro solo a Bernabeu e Florentino Perez. Un palmarès che annovera ben 5 Champions League e tre vittorie mondiali per il Milan (2 intercontinentali e un mondiale per club), ma anche una serie di giocatori leggendari portati in Italia come il terzetto di olandesi: Van Basten, Gullit e Rijkaard passando poi per Shevchenko, Weah e ovviamente Ricardo Kakà.

Donadoni il primo acquisto

Il primo acquisto di Berlusconi al Milan risale al 1986 e risponde al nome di Roberto Donadoni, prelevato dall’Atalanta per 8 milioni di euro (all’epoca c’erano le lire): un esterno che farà le fortune dei rossoneri alzano ben 18 trofei.

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I tre tulipani

Il primo in ordine cronologico è stato Ruud Gullit, notato durante il trofeo Gamper del 1986, viene prelevato dal PSV per 6,75 milioni di euro vincendo il Pallone d’Oro nell’anno d’esordio in maglia rossonera (1987). Pagato solo 1,13 milioni di euro dall’Ajax, Marco Van Basten è forse il talento più cristallino di tutta l’era Berlusconi: per lui ben tre palloni d’oro e una carriera terminata a soli 30 anni per via di gravi problemi alle caviglie. Pagato tre milioni di euro per strapparlo sempre all’Ajax, Franck Rijkaard fu un desiderio di Sacchi che 1988 venne accontentato. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

UNSPECIFIED: 1988 Frank Rijkaard, Marco Van Basten and Ruud Gullit of AC Milan pose for photo after training session, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il genio

Dejan Savicevic, eroe insieme a Massaro della finale 1994 contro il Barcellona è stato uno dei più importanti acquisti degli anni ’90 di Silvio Berlusconi. Prelevato nel 1992 dalla Stella Rossa verrà ricordato come l’autore di uno dei gol più belli mai segnati in una finale di Coppa dei Campioni. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

ATHENS, GREECE – MAY 18: AC Milan player Dejan Savicevic holds aloft the trophy after the 1994 UEFA European Cup Final victory against Barcelona on May 18th, 1994 in Athens, Greece. (Photo by Shaun Botterill/Allsport/Getty Images/Hulton Archive)

George Weah

Primo giocatore non europeo a vincere il Pallone d’Oro (1995), George Weah è stato il volto del Milan a metà degli anni ’90: tra i suoi 58 gol segnati in maglia rossonera si ricorda quello da cineteca confezionato in un ‘coast-to-coast’ memorabile contro il Verona. Vincerà due scudetti nei suoi cinque anni al Milan.

Andriy Shevchenko

Pagato 23,91 milioni di euro per acquistarlo dalla Dinamo Kiev nel 1999, il centravanti ucraino ha totalizzato 175 reti nei suoi anni in rossonero vincendo due volte il premio di capocannoniere. Autore del rigore decisivo nella finale di Champions League del 2003 contro la Juventus, in rossoneri ha vinto ben 5 titoli e un Pallone d’Oro nel 2004: semplicemente Sheva. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

ITALY – UNSPECIFIED: Andrij Ševčenko of AC Milan poses for photo with team mate George Weah during the Serie A 1999-2000, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Kakà, Dinho e Ibrahimovic

Il primo nome è quello di Ricardo Kakà: intuizione di Leonardo che ne sponsorizza l’acquisto, il brasiliano arriva da semi-sconosciuto ma al suo primo allenamento tutti i compagni strabuzzeranno gli occhi: “Hanno preso un fenomeno” dirà Gattuso al termine della prima sessione a Milanello dell’ultimo arrivato. La sua esperienza al Milan è leggendaria: un pallone d’oro, uno scudetto, una Champions League, un mondiale e una supercoppa europea sempre da protagonista. Ronaldinho è stato l’ultimo botto di un Berlusconi ormai verso la via del tramonto: arrivato già da leggenda del Barcellona, Dinho farà spettacolo nei suoi anni in rossonero senza tuttavia alzare alcun trofeo. La fine dell’era Berlusconi però ha un nome e un cognome: Zlatan Ibrahimovic, il centravanti svedese è stato l’ultimo grande acquisto e (nei fatti) anche colui che con la sua partenza ha aperto ufficialmente alla cessione del Milan.