
L’Italia lo ha fatto di nuovo. Dopo l’oro olimpico, è arrivato anche l’oro mondiale, la 36ª vittoria consecutiva per una squadra diventata una vera macchina da record. A guidarla, ancora una volta, l’“uomo dei miracoli”: Julio Velasco, che con il successo contro la Turchia ha iscritto il proprio nome nella leggenda dello sport italiano.
Con questo trionfo, il ct dell’Italvolley femminile è diventato il terzo tecnico dello sport italiano a essere contemporaneamente campione olimpico e campione del mondo in carica. Prima di lui ci erano riusciti soltanto Vittorio Pozzo con la Nazionale di calcio (1934 e 1936) e Ratko Rudic con il Settebello (1992 e 1994).
Noi per Julio Velasco abbiamo finito le parole.
— Rompipallone.it (@Rompipallone_) September 7, 2025
Ormai siamo anche oltre la leggenda.#velasco #italvolley #volleyfemminile #JulioVelasco pic.twitter.com/k993TF3E1P
Una carriera straordinaria
La carriera di Velasco è costellata di successi in ogni competizione a cui ha partecipato. La vittoria di Bangkok ha per lui un sapore speciale, perché chiude il cerchio dopo la mancata doppietta negli anni ’90 con la Nazionale maschile: Mondiale vinto nel 1994, ma sogno olimpico svanito due anni dopo nella finale di Atlanta contro i Paesi Bassi.
Trent’anni dopo, stavolta alla guida della Nazionale femminile, Julio ci è riuscito riportando l’Italia sul tetto del mondo 23 anni dopo l’ultima volta.
Le parole del ct dopo la finale
“Queste ragazze hanno lavorato con grande dedizione e giocato con coraggio anche quando eravamo in difficoltà. Sono valori che significano tanto e credo che questo gruppo abbia meritato di vincere così”, ha dichiarato Velasco al termine della partita.
Il ct ha poi rivolto un pensiero al suo staff: “Dal settore medico a quello tecnico, tutti hanno contribuito a questo trionfo: Barbolini, Cichello, lo scoutman Taglioli, il team manager Marcello Capucchio. Sono uomini e donne eccezionali e parte integrante di questa vittoria”.
Una vittoria dal sapore diverso
Velasco ha spiegato quanto questo successo sia stato particolare:
“È una vittoria che è arrivata anche grazie al lavoro fuori dal campo, per creare una mentalità che già c’era e che siamo riusciti a tirare fuori. Volevo ragazze autonome e autorevoli ed è quello che ho avuto. Questa vittoria mi ha emozionato più dell’Olimpiade, perché è stata una competizione lunga, difficile e piena di insidie. Ha un sapore speciale e bellissimo”.
Infine, la dedica: “Dedico questa vittoria a Giuseppe Brusi, Leo Novi e al mio primo allenatore e mentore argentino, venuto a mancare quest’anno. Un grazie anche alla Federazione Italiana Pallavolo, che ci consente di lavorare al meglio mettendoci a disposizione risorse tecniche ed economiche e un supporto quotidiano”.
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