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Mondiale per Club, incredibile: Trump si è portato via il trofeo, Chelsea beffato

Neanche il Mondiale per Club riesce a sottrarsi alla logica spettacolare e iper-personalizzata della politica americana. E quando in scena c’è Donald Trump, la linea tra calcio, narrazione e propaganda si fa sottilissima. Il Presidente degli Stati Uniti ha sfruttato la visibilità legata alla competizione per tornare sotto i riflettori: ha alzato la coppa insieme al Chelsea, ha accolto la Juventus nel suo ufficio e, soprattutto, si è tenuto il trofeo originale FIFA.

Già, perché quello sollevato dai Blues era solo una replica. La scena, ormai virale sui social, è quella di Trump che a fine finale si intrufola fra i giocatori del Chelsea, appena laureatisi campioni del mondo per club. Esulta, si confonde tra i calciatori, toglie la scena a Cole Palmer, vero protagonista della partita, e stringe la coppa accanto a Reece James. Solo che quella coppa non era l’originale.

A svelarlo è stato lo stesso Trump in un’intervista a DAZN: il trofeo vero è conservato nello Studio Ovale dal marzo scorso. “La FIFA me l’ha lasciato come regalo, Gianni Infantino mi ha detto: non lo ritireremo mai, puoi tenerlo per sempre“, ha dichiarato con soddisfazione.

Una frase a metà tra battuta e mossa simbolica, confermata però dal fatto che la FIFA ha già preparato un nuovo trofeo per i vincitori ufficiali. L’originale, invece, resta a Trump, in un gesto che unisce narcisismo e strategia comunicativa. (continua dopo la foto)

Ma il protagonismo dell’ex presidente non si è limitato al giorno della finale. Alla vigilia del torneo, Trump ha ricevuto nella sua sede la delegazione della Juventus, in un incontro dal sapore surreale. Con John Elkann, Igor Tudor, Chiellini e diversi giocatori presenti, Trump ha parlato alla stampa di Iran e geopolitica, affiancato da Gianni Infantino, in un mix perfetto tra soft power sportivo e storytelling personale.

Il gesto di trattenere il trofeo nel cuore simbolico della presidenza americana è un messaggio. Trump si piazza al centro della scena, trasforma ogni evento globale in un’occasione per ribadire il proprio ruolo, anche in contesti, come lo sport, che sembrano lontani dalla politica. Il tutto mentre il Chelsea festeggia una coppa che, in realtà, non ha mai toccato davvero.

E così, nello scenario del calcio mondiale che sbarca in USA, la coppa è finita non a Londra, ma alla Casa Bianca. E con essa, ancora una volta, un po’ di credibilità del mondo delle istituzioni.

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