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Milan, vittoria alla Allegri: l’Inter si lecca le ferite, tradita da Sommer perde un altro derby

Il derby di San Siro parla rossonero: un Milan compatto e cinico, un’Inter che ancora una volta fa la partita ma ne esce sconfitta. Finisce 1-0, con il colpo di Pulisic e gli interventi determinanti di Maignan, che blindano un successo che vale il secondo posto a -2 dalla Roma. I rossoneri allungano l’imbattibilità nella stracittadina: sei partite senza sconfitte, quattro vittorie e due pareggi.

La fotografia del momento appare impietosa per i nerazzurri: quarta sconfitta in dodici giornate e un’altra occasione sprecata contro un avversario che, da 580 giorni, non riescono più a battere. L’ultimo successo risale all’aprile 2024. Da allora, solo rimpianti. Soprattutto in questo derby, che non meritava certo di perdere, ma a questo punto è un’aggravante.

La partita gira su una transizione. Il Milan colpisce al primo vero tiro in porta, con un’azione che nasce da un errore di Calhanoglu, troppo leggero nel controllo di petto sul rinvio di Sommer. Fofana capisce, ruba il pallone, appoggia a Leao, che innesca Saelemaekers sulla destra. (continua dopo la foto)

Il tiro del belga è velleitario, lento e da grande distanza, ma il portiere nerazzurro è lentissimo nell’andare a terra e commette due errori. Il primo, appunto, è nella scarsa reattività, il secondo è nel respingere la palla come non si deve mai fare: in avanti anziché di lato. Pulisic ringrazia e appoggia nella rete sguarnita.

Al 74’, si materializza l’occasione che poteva rimettere tutto in discussione. È il più classico degli “step on foot”: Pavlovic interviene in modo maldestro e pesta il piede di Thuram, rigore inevitabile. La responsabilità finisce sui piedi di Calhanoglu, che però incrocia un Maignan in serata da supereroe.

Il portiere del Milan intuisce e respinge. È il secondo penalty sbagliato dal turco con la maglia dell’Inter, lo stesso minuto dell’errore contro il Napoli. Anche oggi, stessa storia. Ma sarebbe ingeneroso dare tutte le responsabilità della sconfitta al regista nerazzurro: un rigore si può sbagliare, perdere tutti gli scontri diretti in modo simile invece rappresenta un problema che non può più essere ignorato.

Il Milan la vince con solidità, cinismo, un po’ di fortuna e una gestione quasi chirurgica dei momenti. E soprattutto con un super-Maignan, che chiude la porta tre volte: subito su Thuram, poi su Lautaro deviando sul palo, e infine sul rigore. Sempre presente, persino quando abbandona l’area per controllare Gabbia rimasto a terra. E la differenza fra le prestazioni dei portieri è impietosa. (continua dopo la foto)

La squadra di Allegri segue il piano con disciplina: Bartesaghi contiene, Pavlovic marca a uomo con personalità (fallo da rigore a parte), Modric governa le uscite palla al piede e prova anche qualche accelerazione. È un Milan che ragiona e colpisce, senza fronzoli.

Dall’altra parte l’Inter paga la scelta di schierare Carlos a destra, mai realmente incisivo. Restano i due pali, le occasioni sventate da Maignan e una sensazione di partita quasi sempre controllata ma mai afferrata davvero. E soprattutto l’errore, davvero clamoroso, di un giocatore, Sommer, che è stato un grande portiere, ma che sembra ormai arrivato al capolinea. E che quest’anno all’Inter è costato molti punti.

L’Inter ha vinto un solo big match su quattro, il Milan ha dei limiti ma Allegri è l’allenatore giusto per permettere alla squadra di raccogliere il massimo. Mentre i nerazzurri pagano, oltre al fatto di non riuscire a concretizzare la superiorità mostrata in campo, un mercato con troppe falle, scelte sbagliate (Luis Henrique su tutti) e mancati arrivi in ruoli fondamentali.

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