Il pareggio di Bergamo contro l’Atalanta lascia nel Milan sensazioni contrastanti. C’è il rammarico per l’occasione mancata, ma anche la consapevolezza che da qui può partire una riflessione più profonda: quella sulla ripartenza. Non solo come azione offensiva — poco riuscita nell’anticipo della nona giornata — ma come concetto di identità, progetto e mentalità. Come, dove e quando ripartire per tornare, e soprattutto restare, in alto.
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— AC Milan (@acmilan) October 29, 2025
Come ripartire: la forza del gruppo
Dopo due pareggi consecutivi e alla vigilia del big match con la Roma, il Milan vive una fase quasi emergenziale. Rosa ridotta, condizione atletica al limite e assenze pesanti condizionano le scelte di Massimiliano Allegri. Eppure, nonostante tutto, la squadra c’è.
A Bergamo si è visto un Milan solido mentalmente, compatto, disposto al sacrificio. Non è brillante, ma è presente, lotta e rimane dentro la partita. In un momento di energie ridotte, la cohesione del gruppo diventa la prima vera ripartenza. È da qui, da questa identità collettiva ritrovata anche nella sofferenza, che il Milan deve continuare la sua crescita.
Dove ripartire: il nodo dell’attacco
Sul piano tecnico, il punto critico resta la ripartenza offensiva. Contro l’Atalanta, Leao e Gimenez hanno avuto spazi da attaccare, ma il Milan non è riuscito a trasformare le transizioni in occasioni pericolose. È mancata la verticalità immediata, così come la pulizia nelle scelte e nella tecnica, elementi sottolineati dallo stesso Allegri nel postpartita.
Sono dettagli che, in partite giocate ad alta intensità, fanno la differenza tra un punto conquistato e una vittoria sfiorata. Ritrovare lucidità e qualità nella gestione delle ripartenze sarà cruciale per tornare ad essere una squadra temuta.

Quando ripartire: dopo la sosta, il nuovo inizio
La domanda più grande riguarda i tempi della rinascita. Il Milan è in una fase di apnea forzata, dovuta a una rosa corta e agli infortuni di uomini chiave come Pulisic, Rabiot ed Estupiñan. Allegri lo ha ripetuto: bisogna resistere ora per ripartire al completo dopo la sosta.
Il momento attuale va vissuto come un standby strategico, non come uno stallo. Il vero nuovo inizio arriverà alla ripresa, quando la squadra potrà tornare a inseguire con convinzione la zona Champions e la continuità di rendimento.
Ripartire per crescere
Nel calcio, come nella costruzione di un gruppo, ripartire non significa tornare indietro, ma guardare avanti con consapevolezza. E in questo percorso, la miglior guida possibile per il Milan siede già in panchina: Massimiliano Allegri, chiamato a trasformare la resilienza in rilancio.
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