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Milan, il Bruges convoca Jashari: la dirigenza rossonera riflette

Il mercato del Milan continua a muoversi con lentezza e fatica, ostacolato da due fattori principali: la difficoltà nel cedere alcuni esuberi di peso e la resistenza dei club a trattare a cifre ritenute eccessive. Dopo gli acquisti di Modric, Ricci ed Estupinan, la trattativa più concreta resta quella per Ardon Jashari, ma anche qui la strada sembra essersi complicata.

Il centrocampista svizzero è da settimane l’obiettivo principale per la mediana rossonera, ma il dialogo con il Bruges si è trasformato in un braccio di ferro logorante. Il Milan ha messo sul tavolo 33,5 milioni di euro più bonus, ritenendola un’offerta più che congrua, ma i belgi restano fermi sulla valutazione da 40 milioni di base fissa. Nessun passo indietro, nemmeno alla luce del desiderio del giocatore di trasferirsi a Milano.

Nel frattempo, il Bruges ha inserito Jashari nella lista per i playoff di Champions e le voci in arrivo dal Belgio indicano che il centrocampista potrebbe addirittura scendere in campo mercoledì contro il Salisburgo, complicando ulteriormente ogni ipotesi di cessione immediata.

In parallelo, il Milan non riesce a liberare spazio a centrocampo. Le trattative sfumate per Bennacer (che ha detto no a un’offerta da circa 20 milioni dall’Arabia) e Adli (che ha rifiutato lo Spartak Mosca, che lo aveva valutato 15 milioni) hanno tolto ossigeno a un mercato già compresso, bloccando di fatto nuove operazioni.

Per questo motivo, dalle parti di Milanello si riflette: vale davvero la pena rilanciare, oppure è il caso di cambiare obiettivo? La posizione ufficiale di Tare è chiara: nessun altro rilancio, anche perché il club ritiene di aver già fatto il massimo possibile.

Una linea che sembra ormai condivisa internamente e che porterà a una decisione definitiva entro metà settimana: aspettare ancora Jashari, con il rischio di bloccare le altre piste, oppure chiudere il dossier e puntare su un nome alternativo.

Nel frattempo, il mercato rossonero resta sospeso, tra ambizioni e vincoli economici, aspettando che qualcuno faccia il primo passo.

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