
Milan, il primo incontro è stato ieri a Roma, senza proclami, senza contratti sul tavolo. Un caffè lungo, un discorso serio. Igli Tare e Giorgio Furlani, uno di fronte all’altro: l’ex ds della Lazio da una parte, l’amministratore delegato rossonero dall’altra. Un colloquio disteso, ma non banale. Perché in quel confronto c’era il futuro del club che prova a prendere forma.
Gazzetta: "Furlani-Tare, primo incontro. Colloquio di 4 ore, però non c'è l'intesa. Il Milan riflette sul ds"https://t.co/cC6gYPjXqZ
— MilanNews.it (@MilanNewsit) April 16, 2025
Chi ha visto uscire i due dalla sede romana parla di una conversazione “cordiale e positiva“. Per ora non c’è niente di definito e Furlani è ancora incerto, ma l’impressione è che la trattativa continuerà. “Ci saranno almeno tre incontri prima di chiudere”, si sussurra dalle stanze rossonere. Il prossimo, con Gerry Cardinale, è già programmato. E probabilmente sarà quello decisivo.

Tare è in comunque in pole, anche per ragioni pratiche: è libero, esperto e conosce il calcio italiano come pochi. Il contatto con Cardinale c’è già stato – a Londra, a febbraio – e questo dettaglio pesa, eccome. Gli altri nomi? Giovanni Sartori e Tony D’Amico sono stimati, ma i loro contratti con Bologna e Atalanta complicano le manovre. Tare invece è pronto: non aspetta altro che un segnale chiaro.
A Milanello si respira l’aria delle grandi decisioni. Il club sa di dover programmare presto e bene, perché la probabile assenza dalla prossima Champions impone rigore e visione. E Tare, per profilo e curriculum, offre proprio questo: una direzione solida, capace di intrecciare scouting e pragmatismo. A partire dalla scelta dell’allenatore. Non è un segreto che l’ex Ds della Lazio vorrebbe Allegri sulla panchina rossonera.
Ma quando arriverà il verdetto? Non subito. Tutto è rimandato a dopo Pasqua. Il calendario offre poco respiro: domenica c’è l’Atalanta, e poi, soprattutto, il derby di Coppa Italia contro l’Inter, mercoledì sera. È chiaro che anche i risultati di queste due partite potrebbero influire sulle decisioni di Furlani e Cardinale.

Ma oggi, al netto di quello che accade in campo, la società si muove per ricostruire l’organigramma, consapevole che senza una mente forte a guidare il mercato, la prossima stagione rischia di iniziare con il freno a mano tirato.
La scelta di Tare, in questo senso, sarebbe un passo deciso. Il suo profilo divide: ha chiuso con la Lazio tra tensioni e strascichi, ma ha anche costruito una squadra capace di arrivare in Champions e valorizzare giocatori non molto conosciuti e poi esposi, alla Lazio o altrove.
Se il Milan vuole davvero cambiare marcia, serve un’idea. Tare potrebbe essere la prima. Ma ora, come sempre, la palla è nei piedi dell’ad Giorgio Furlani. E forse anche di Ibrahimovic, che di Tare è il primo sponsor. Ma il tempo per decidere non sarà eterno.
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