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Michela Murgia, il gesto da brividi di Roberto Saviano durante la veglia in casa

Michela Murgia ci ha lasciato il 10 agosto a causa di un carcinoma renale al quarto stadio. La scrittrice da mesi lottava contro la malattia che è stata più forte di lei e a 51 anni l’ha portata via ai suoi cari. sabato 12 agosto nella Chiesa degli Artisti di Roma si sono svolti i funerali della scrittrice e in quell’occasione il gesto da brividi di Roberto Saviano.

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Il gesto da brividi di Roberto Saviano

“Sono le parole più difficili della mia vita”. Ha iniziato così il discorso di addio a Michela Murgia il collega e amico Roberto Saviano. Le sue parole hanno commosso le persone che si trovavano in chiesa per l’ultimo saluto alla scrittrice. Saviano è stato vicino alla Murgia fino al suo ultimo giorno. Il suo affetto incondizionato e la sua presenza non hanno mai lasciato Michela da sola, come hanno raccontato oggi dai figli di lei, Alessandro Giammei, Francesco Leone, Raphael Luis Truchet, Riccardo Turrisi e dal marito Lorenzo Terenzi. Su uno scritto pubblicato dal Corriere questi ultimi si dichiarano “offesi a morte da chi, invece di ricevere il discorso di Roberto come il dono lucido, intelligente, sincero e necessario che è, sta cercando di gettarvi un’ombra estranea con metodi e retoriche fasciste”. (continua dopo la foto)

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Roberto Saviano, il suo ultimo gesto da brividi

I figli ed il marito di Michela Murgia hanno voluto raccontare gli ultimi istanti di vita della madre e soprattutto del ruolo importante di Roberto Saviano e dello speciale che li ha tenuti uniti in tutti questi anni. “Roberto Saviano ha accudito Michela Murgia nelle ultime, difficilissime ore della sua vita con la devozione, il coraggio e la generosità di un fratello”. Poi hanno fatto riferimento ad un gesto di Saviano in cui, nonostante il caldo non si è mai tolto la giacca durante il funerale: “Lo ha fatto con un rispetto e una dignità tali che al suo capezzale, al cospetto della malattia e della morte, nel riscaldamento globale che incendia quest’estate infernale, non si è mai tolto la giacca. Non si è tolto quella giacca durante la straziante veglia in casa, né durante il lungo e caldissimo giorno del funerale. In un dolore che ha scomposto chiunque, anche chi non aveva mai incontrato Michela, Roberto non ha trasgredito a questa regola di rispetto e umiltà d’altri tempi“.

È stata la stessa Michela a volere che Roberto Saviano le restasse accanto nelle sue ultime ore. “È lui che le ha tenuto il telefono vicino alla bocca perché potesse sussurrare, in sardo, le ultime parole alla sua famiglia di origine a Cabras. È lui che ha carezzato e vegliato Michela quando molti suoi familiari d’anima, come chi scrive queste righe a nome di tuttÉ™ , erano su aerei, treni, automobili, addirittura aliscafi per tornare da lei. È a lui che Michela ha chiesto un ultimo bacio di conforto: il bacio che tutte e tutti speravamo di darle, e che lui per ognuno le ha trasmesso, come un farmaco. L’ultimo possibile farmaco. Il più benefico” (continua dopo la foto)

il gesto da brividi

Che Roberto Saviano per Michela fosse più di un amico, più di un compagno di lotte e di un’ispirazione letteraria, più di un fratello, non c’è bisogno di dirlo noi”, proseguono ancora i parenti di Michela, profondamente grati per le parole pronunciate al suo funerale da Saviano che “ha esaudito un desiderio fortissimo di Michela, addirittura un mandato. Che lo ha fatto dunque per generosità, per rispetto di una volontà, a spese della sua fatica emotiva e fisica in un frangente devastante. E che lo ha fatto con le parole esatte che Michela Murgia avrebbe scritto se, come certo avrebbe desiderato, avesse potuto pronunciare lei stessa un discorso al proprio funerale“. Inammissibili per i familiari gli attacchi rivolti allo scrittore:

Siamo offesi a morte da chi, invece di ricevere il discorso di Roberto come il dono lucido, intelligente, sincero e necessario che è, sta cercando di gettarvi un’ombra estranea con metodi e retoriche fasciste. Anche solo pensare, malignamente, che Roberto Saviano abbia tenuto un suo ‘comizio’ al funerale, è irricevibile. La buona creanza vorrebbe che si ignorassero simili interessate, volgari infamie all’indomani di una liturgia e di un commiato miracolosamente specchiati, corrispondenti allo spirito e alla volontà di una donna che ci è stata madre, sorella e sposa, una che gesti (non comizi) orgogliosamente politici li desiderava per il suo funerale e continua a sollecitarli con la memoria imperitura. Tuttavia Michela impone, col suo esempio, di anteporre la verità e l’amore alla buona creanza. E dunque desideriamo stabilire alcune cose vere, anche quelle che con eleganza sarebbe stato bello tacere”, hanno concluso.