
Il calvario di Daniil Medvedev è finalmente finito. Il russo ha vinto il torneo ATP 250 di Almaty, in Kazakistan, battendo in finale Corentin Moutet con il punteggio di 7-5 4-6 6-3. Un successo che arriva dopo 882 giorni di attesa, l’ultimo risaliva agli Internazionali d’Italia del maggio 2023. Per lui si tratta del 21° titolo in carriera, vinti curiosamente in 21 città diverse, e del ritorno al numero 14 del ranking mondiale.
In Medvedev-Moutet si è visto di tutto. https://t.co/x7gh5bsphg
— Erbaccia (@AntottoG) October 19, 2025
Medvedev, che non alzava un trofeo dal successo romano del 2023, ha vissuto due anni complessi, tra cali di rendimento, sconfitte pesanti e la crescita di rivali come Sinner e Alcaraz, che hanno ridisegnato le gerarchie del tennis mondiale. La vittoria di Almaty rappresenta così una ripartenza morale e tecnica, un segnale di vitalità dopo un lungo periodo di ombre.
Il torneo kazaco non è stato una passeggiata. Il russo ha dovuto lottare duramente sin dai primi turni, vincendo match complicati contro Walton, Marozsan e Duckworth, tutti chiusi al terzo set. Anche la finale contro Moutet ha seguito lo stesso copione: alti e bassi, momenti di tensione, ma la solidità del vecchio Daniil ha fatto la differenza nei momenti chiave.
Medvedev, una rinascita importante
Grazie a questo successo, Medvedev risale al numero 14 del mondo e al 13 nella Race, con la possibilità di chiudere la stagione tra i primi dieci. Le assenze di Rune e Draper, fermi per infortunio, aprono uno spiraglio concreto per la risalita. Il russo dovrà ora giocarsi le sue carte tra i tornei di Vienna e Parigi-Bercy, dove inseguirà Ruud, Auger-Aliassime e Khachanov, ancora davanti di poche decine di punti.
Dopo 29 mesi di attesa, Daniil Medvedev torna a sorridere. Ad Almaty ha ritrovato non solo la vittoria, ma anche sé stesso. E, forse, ha riaperto un capitolo della sua carriera che sembrava chiuso.
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