
Dal palco del Festival dello Sport di Trento, Roberto Mancini è tornato a parlare della sua esperienza in azzurro e delle tensioni con la FIGC. L’ex ct ha ammesso che ci sono state incomprensioni con Gabriele Gravina: “Ci sono state parole e situazioni che sarebbe stato meglio chiarire subito, anche da parte mia. Ho sperato di poter tornare dopo Spalletti, ma sapevo che non era possibile”.
𝐌𝐚𝐧𝐜𝐢𝐧𝐢: “𝐕𝐨𝐥𝐞𝐯𝐨 𝐟𝐚𝐫 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐙𝐢𝐝𝐚𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐦𝐩‼️”
— Sportitalia (@tvdellosport) October 11, 2025
Roberto #Mancini e la capacità di vedere il talento: dal palco del #FestivalDelloSport a Trento, l’ex ct dell’Italia svela un retroscena su #Zidane 👀⚽️#Sportitalia pic.twitter.com/0fyQYnbpKj
“Fare il ct è il sogno di ogni allenatore”
Mancini ha definito il ruolo di commissario tecnico come l’esperienza più significativa della sua carriera:
“Guidare la Nazionale è ciò che tutti sognano. Abbiamo fatto qualcosa di impensabile. Quando vinci e continui a farlo, scatta una convinzione diversa”.
Retegui, Kean e il tema attaccanti
Parlando di attaccanti, Mancini ha spiegato come nacque la scelta di Mateo Retegui:
“Lo abbiamo osservato, aveva movimenti da vero attaccante. Da lì abbiamo deciso di convocarlo”.
Su Moise Kean:
“Aveva qualità già anni fa. Per me era un attaccante esterno, oggi può fare anche il centravanti”.
L’Inter del Triplete e l’addio anticipato
Mancini ha ricordato l’esperienza all’Inter prima dell’era Mourinho:
“Il merito principale è di Moratti. Se hai giocatori forti, vinci. Stavamo vincendo tanto, ma c’erano problemi interni legati alla condizione di alcuni giocatori. L’addio arrivò per motivazioni diverse, non solo tecniche”.
Il legame con la Sampdoria
Forte il passaggio sulla Sampdoria, club a cui è rimasto legato:
“Quello che abbiamo vinto lì resterà per sempre. Oggi è difficile vedere bandiere, servirebbe prima avere italiani in squadra. Finire la carriera alla Samp è una possibilità reale, è la mia squadra e vederla così fa male”.
Il dolore per Vialli, Mihajlovic ed Eriksson
Parlando delle recenti perdite di Vialli, Mihajlovic ed Eriksson, Mancini ha spiegato:
“Pensi sempre che certe cose non possano accadere. Sembravano immortali. Sono persone che restano con te, sempre. La fede? Non è mai venuta meno”.
Balotelli e i rimpianti
Mancini ha commentato anche la carriera di Mario Balotelli:
“È un ragazzo per bene, ha vinto tanto, ma per le qualità che aveva poteva diventare uno dei migliori attaccanti della sua generazione. Ha fatto una buona carriera, ma poteva fare di più”.
Il futuro: “Mi manca il campo”
Sul possibile ritorno in panchina, Mancini ha concluso:
“Ci sono delle possibilità, ma non prendo decisioni senza un obiettivo chiaro. Mi manca stare in campo, con i giocatori. Subentrare non è semplice, devi trovare subito soluzioni”.
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