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L’Inter si interroga dopo la vittoria: 3 punti fondamentali, ma che fatica!

L’Inter riparte da Lautaro, ma la serata di Pisa si risolve dopo molte sofferenze. Sì, è stata una vittoria complicata. Per quasi 70 minuti gli uomini di Gilardino hanno tenuto botta, costringendo i nerazzurri a una gara sporca e poco brillante. Poi sono arrivate le mosse di Chivu, le sostituzioni giuste al momento giusto e i due guizzi del capitano che hanno messo fine alla resistenza toscana.

Il “Toro”, arrivato a quota 163 gol in nerazzurro, diventa protagonista solo quando Chivu inserisce Esposito al posto di uno spento Thuram, permettendo al “Toro” di avvicinarsi all’area e attaccare la profondità. Da seconda punta costretta a cucire gioco, come era all’inizio, Lautaro si trasforma in finalizzatore puro, piazzando l’uno-due che decide la gara e rimette in moto la corsa dell’Inter in campionato. (continua dopo la foto)

L’ingresso di Pio ha portato un peso che all’attacco nerazzurro spesso manca, e questa è una questione che Chivu dovrà considerare. Così come le soluzioni da adottare sulla fascia destra: in assenza di Dumfries, Carlos Augusto da quella parte ha mostrato difficoltà, mentre il sostituto naturale, Luis Henrique, ha deluso ancora una volta. E ormai, dopo mesi, appare evidente che la scelta del giocatore è stata un errore da parte della società.

L’allenatore nerazzurro, però, è stato bravo a indovinare i cambi. E a ritagliare per l’altro nuovo arrivato, Diouf, un ruolo da esterno destro alto che ne esalta le qualità. Il giocatore a centrocampo ha mostrato di essere confusionario e poco lucido, ma schierato in fascia può far valere la propria fisicità e una propensione al dribbling che ai nerazzurri è molto utile.

Diouf, gettato nella mischia nei finali di partita con Milan e Pisa, si è fatto valere e ha mostrato qualità che già gli erano riconosciute. Il dubbio è se sia in grado di giocare a tutta fascia, da quinto a destra, oppure se l’allenatore debba trovare qualche soluzione tattica (ad esempio un classico 4-4-2) per sfruttarne le qualità e mitigarne i difetti.

Prima del cambio di inerzia portato dalle sostituzioni, la squadra di Chivu aveva faticato su ogni fronte: il piano tattico di Gilardino ha funzionato, Nzola e Meister sono riusciti a tenere alta la pressione in particolare su Acerbi. Il centrale nerazzurro è un grande lottatore, ma a 37 anni non può essere veloce e costringerlo agli uno contro uno quando la squadra si sbilancia è un rischio enorme. Lo dimostra l’occasione sprecata da Nzola sullo 0-0. (continua dopo la foto)

L’Inter si porta dietro un problema strutturale di cui si parla da anni: manca un attaccante bravo a saltare l’uomo e a creare superiorità. Così la squadra è costretta ad avanzare anche i braccetti per creare superiorità numerica, ma in questo modo si scopre e ogni palla persa diventa un pericolo. Per questo Chivu aveva chiesto Lookman, Koné e un difensore veloce. Non è arrivato nessuno dei tre, e ora la società è chiamata a rimediare almeno in parte a Gennaio.

Intanto, accantonato l’esperimento di Carlos Augusto, Chivu ha riproposto Luis Henrique dal primo minuto, ma il brasiliano si è limitato a un compitino: preso per le sue presunte abilità nel saltare l’uomo, non cerca mai l’uno contro uno, e come se non bastasse nel primo tempo ha perso un pallone sanguinoso che per poco non è costato lo svantaggio.

La sua prestazione impalpabile ha reso ancora più evidente il buon impatto di Diouf, entrato bene dalla panchina e autore dell’imbucata per Barella nell’azione del raddoppio di Lautaro. Ma per schierare il francese dall’inizio l’Inter dovrebbe cambiare, almeno in parte, il modo di giocare. A Chivu trovare le soluzioni più adeguate.

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