L’indagine aperta in Svezia per stupro e violenza sessuale, che aveva coinvolto Kylian Mbappé, è stata chiusa per mancanza di prove. Il caso era emerso a inizio ottobre, quando si era parlato di una denuncia per una aggressione sessuale avvenuta in un albergo di Stoccolma, il Bank Hotel, dove l’attaccante del Real Madrid aveva soggiornato.
Mbappé, presunto stupro in Svezia: indagini chiuse per assenza di prove #SkySport #Mbappéhttps://t.co/J1YFHezi5X
— skysport (@SkySport) December 12, 2024
Nonostante i media avessero collegato Mbappé all’inchiesta, le autorità non avevano mai ufficialmente confermato il suo coinvolgimento, e il calciatore era stato considerato “ragionevolmente sospetto“, formula che in Svezia indica l’esistenza di un’indagine, senza che venisse formalizzata alcuna accusa.
Il pubblico ministero svedese, Marina Chirakova, ha dichiarato che non c’erano prove sufficienti per proseguire l’indagine, precisando che l’indagato non era stato informato di alcun sospetto di reato nei suoi confronti.
Kylian Mbappè, “è stato solo un malinteso”
Mbappé, da parte sua, ha spiegato di non essere mai stato convocato dalle autorità, raccontando anche di essere in contatto con la persona coinvolta. “Ci sentiamo ancora e va tutto bene“, ha dichiarato l’attaccante francese in un’intervista, “è stato solo un malinteso“.
Con la chiusura dell’indagine, Mbappé potrà finalmente mettere alle spalle la vicenda e concentrarsi sulla sua carriera. Il caso ha acceso il dibattito su come vengono gestiti i casi di violenza sessuale, con la necessità non semplice di equilibrare la tutela a protezione delle vittime e i diritti degli accusati, in un contesto dove le pressioni mediatiche sono forti.
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