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Kata scomparsa, parla l’avvocato della madre: cosa si aspettano dalle indagini in Perù

Non si fermano le ricerche di Kata, la bambina di 5 anni peruviana scomparsa ormai da quattro mesi. Tantissime le piste seguite in questi mesi da parte degli investigatori, ma nessuna ha portato ad alcun risultato. A parlare ora è l’avvocata della famiglia di Kata che ha rilasciato un’intervista a Fanpage,

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Kata scomparsa, le parole dell’avvocata Sharon Matteoni

Le ultime ricerche su Kata, hanno portato gli inquirenti a credere che la piccola sia stata portata in Perù. Lima ha accolto la richiesta di rogatoria dei PM della regione Toscana, impegnati sul caso. In una lunga intervista rilasciata a Fanpage.it, l’avvocata difensore di Katherine Alvarez, la mamma di Kata, scomparsa a giugno dall’ex hotel Astor a Firenze, ha chiarito quali saranno i compiti degli investigatori in Perù. Verranno ascoltate 14 persone tra parenti e amici della famiglia di Kata, e a tal proposito l’avvocata ha affermato:

Chiarisco subito che non è detto che ci sia un collegamento tra il fatto che verranno sentiti questi soggetti in Perù con l’ipotesi scambio di persona al vaglio degli inquirenti. Sono congetture che vengono fatte ma la Procura potrebbe star seguendo altre piste non necessariamente collegate a quest’ultima. Ben vengano comunque tutte le attività degli inquirenti che possano portare a degli sviluppi delle indagini, anche perché dopo 4 mesi la famiglia, e soprattutto la madre di Kata, è in condizioni disperate. Quattro mesi sono tanti per la scomparsa di una bambina” (continua dopo la foto)

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L’intervista prosegue, e a Sharon Matteoni viene chiesto se,- come ha affermato la mamma di Kata- tra gli occupanti dell’ hotel Astor ci sia una certa Lidia che potrebbe sapere più di quanto non dica:

Voglio premettere che Katherine non ha accusato formalmente nessuno. Certo è che i dubbi che solleva sono quelli di tutti: in un ambiente in cui vivevano così tante persone, molto affollato ma allo stesso tempo molto controllato, come è possibile che nessuno abbia visto che una bambina è stata portata via presumibilmente da una persona esterna a quel contesto?. Si appella alle persone che frequentavano l’ex hotel Astor e che erano più attente ai movimenti di chi entrava e uscire per sollecitarle a dare informazioni che fino ad ora sono sfuggite. È un invito continuo a chi viveva nell’albergo a dare chiarimenti e ad aiutarci a capire dove si trovi Kata” (continua dopo la foto)

Il DNA di Kata

Sono stati esaminati le tracce ritrovate sui rubinetti della stanza 104, il trolley e i borsoni sequestrati e su di essi non è presente il DNA di Kata. “Alla luce di questo qual’è la vostra speranza?”, viene chiesto alla Matteoni. “Noi continuiamo a cercarla viva, vogliamo trovarla viva. La nostra speranza è questa. Il fatto che questi esami abbiano dato esito negativo un po’ ce lo aspettavamo. Noi abbiamo visto quei borsoni sequestrati e proprio per dimensione erano inadatti per trasportare una bimba fuori dall’albergo, perché troppo piccoli. Certo è che c’è stata un po’ di delusione perché risultati diversi avrebbero dato una bella speranza alla madre, almeno per capire come è stata portata via Kata, invece non è così. Io non credo che la bambina sia all’interno dello stabile, ma che sia stata portata fuori da soggetti che in modo organizzato l’hanno rapita