x

x

Vai al contenuto

Jannik Sinner e Matteo Berrettini, “vi spiego perché sono diversi”: le rivelazioni di Filippo Volandri

Jannik Sinner e Matteo Berrettini, “gemelli diversi”. In un’intervista rilasciata a Chi, Filippo Volandri, capitano della squadra italiana di Coppa Davis, ha parlato delle differenze nel suo approccio alla gestione dei giocatori, in particolare i due campioni che ci hanno guidato alla seconda vittoria consecutiva in Coppa Davis.

Le dichiarazioni del capitano sono arrivate a seguito del trionfo dell’Italia a Malaga, dove la squadra azzurra ha riconfermato il successo dell’anno scorso dopo un percorso quasi perfetto che ha entusiasmato i tifosi italiani. La vittoria è stata talmente netta da sembrare quasi scontata, ma questo è il frutto del lavoro di una squadra affiatata, che vede nelle sue file anche Lorenzo Musetti, e della gestione esperta di Volandri.

L’approccio del capitano si è rivelato decisivo. La gestione del gruppo ha giocato un ruolo fondamentale nel successo in Davis. Avere in squadra giocatori di primissimo piano come Sinner e Berrettini potrebbe sembrare un vantaggio, ma saperli gestire è una delle sfide più grandi per un capitano.

Volandri ha spiegato che la comunicazione con ogni giocatore varia a seconda delle necessità individuali. La sua capacità di adattarsi alle esigenze di ciascun membro della squadra è una delle ragioni per cui la gestione del gruppo è stata così efficace. Nel suo racconto, Volandri ha spiegato anche le differenze tra i suoi giocatori.

Jannik Sinner e Matteo Berrettini, “perché sono diversi”

“Strutturare il tutto non è stato complicato perché abbiamo creato e costruito noi questa organizzazione”, ha affermato il capitano. “Avere a che fare con il numero uno è tutta un’altra storia. Per ogni giocatore della squadra utilizzo una comunicazione differente“.

Queste parole riflettono l’approccio personalizzato che Volandri adotta per ogni atleta, riconoscendo che le esigenze emotive e psicologiche di Sinner, Berrettini e Musetti sono diverse. Se Sinner, per esempio, richiede una gestione più metodica e precisa, Berrettini necessita di un supporto più motivazionale. Insomma, Jannik con il suo ordine si gestisce da sé e va assecondato, mentre Matteo è più emotivo e va supportato in modo intelligente.

Ogni giocatore ha il proprio stile, e il compito del capitano è adattarsi a queste differenze per ottenere il massimo dalla squadra. Il successo della squadra azzurra in Coppa Davis non è stato solo il risultato del talento dei giocatori, ma anche della capacità di Volandri di capire e rispondere alle esigenze di ciascuno.

Leggi anche: