
Inter, la pesante sconfitta contro l’Udinese ha fatto esplodere la rabbia dei tifosi nerazzurri. Non è solo una questione di risultato: sono infatti emersi tutti i limiti di una squadra che non è stata rinforzata come serviva. Il mercato si è chiuso senza colpi, lasciando irrisolti problemi strutturali evidenti, mentre un allenatore giovane come Cristian Chivu, che avrebbe avuto bisogno di un supporto importante, non ha ricevuto il sostegno promesso.
Adani: "Inter? Presa gente forte ma io il mercato non l'ho capito! E vorrei sapere una cosa" https://t.co/EO2aBAgO5F
— Fcinter1908 (@fcin1908it) September 1, 2025
Nessuno dei giocatori che aveva chiesto è arrivato, e la sensazione è che la società si sia affidata alla conservazione e al risparmio economico più che alla costruzione di un progetto. Una linea prudente che si è già trasformata in un azzardo, specie perché le dirette concorrenti si sono rinforzate tutte in modo importante.
Nell’ultimo giorno di mercato, a Milano, calma piatta. Nessuna trattativa, nessun colpo a sorpresa. Per la proprietà nordamericana e la dirigenza l’Inter è già completa così. Eppure, fino a poche settimane fa si parlava di urgenza di un attaccante capace di saltare l’uomo come Ademola Lookman: sfumato il giocatore, non è stata colmata la lacuna. (continua dopo la foto)

La difesa andava svecchiata – lo stesso Marotta lo ha ammesso prima di Inter-Udinese – ma incredibilmente, visto che se ne parla da 3 anni, tutto è stato ancora una volta rimandato. Anche il centrocampo non ha avuto l’innesto di esperienza che serviva: fallito l’assalto a Koné e ignorate le voci su Rabiot, è stato scelto di spendere 25 milioni su un giocatore molto discusso come il 21enne Diouf.
Oltre ai molti dubbi sul suo effettivo valore, c’è anche una considerazione tattica. Si tratta infatti di un giocatore molto offensivo, anche se segna pochissimo, mentre a Chivu serviva una mezzala forte in copertura come Konè. Alla fine la dirigenza ha speso 50 milioni per due giocatori, Henrique e appunto Diouf, che nelle prime due partite hanno giocato (lasciando tutti perplessi, oltretutto) per 15 minuti complessivi in due.
Gli unici arrivi di un certo peso sono stati Bonny e Sucic, comunque prospetti giovani da far crescere, ai quali si aggiunge il ritorno di Pio Esposito, ma definirlo acquisto è improprio. Nessun investimento pesante, solo scelte low cost in linea con la strategia del fondo Oaktree, più attento ai conti che alla competitività immediata.
La dirigenza ha rifiutato offerte per Bastoni, Frattesi, Calhanoglu, Bisseck, Pavard e Sommer, mantenendo intatto il blocco storico della squadra, ma ha ceduto un giocatore utile come Zalewski per fare cassa. Senza sostituirlo. (continua dopo la foto)

Al tecnico nerazzurro resta ora il compito di rilanciare il gruppo con uomini già logori dopo una stagione stressante e senza titoli. Ci sono motivazioni da ritrovare, e bisognerà cercare di inserire i pochi giovani in un contesto non ideale.
Toccherà al Mister tracciare un nuovo percorso, ma non sarà semplice: i giocatori che servivano per il suo piano tattico non sono arrivati. Nemmeno uno. L’Inter riparte così: senza rivoluzioni ma anche senza coraggio, con il peso crescente della contestazione di una piazza che, dopo tante promesse disattese nonostante i robusti incassi della scorsa stagione, non accetta più alibi.
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