
Contro un River Plate arruffone e disordinato, l’Inter vince e convince, rischiando poco e creando molto. Chivu schiera un undici inedito ma disciplinato, Bastoni fa il padrone, Lautaro il leader e Pio Esposito strappa applausi al debutto. Segnali di verticalità, pressing e fame: non è più l’Inter del palleggio ragionato e delle rotazioni, è un cantiere in costruzione con le idee già chiare.
Pagelle Inter-River Plate
Sommer 6 – Blocca un tiro dal limite senza grandi pretese di Mastantuono nel primo tempo e un colpo di testa ravvicinato di Colidio a inizio ripresa, per il resto ordinaria amministrazione. Attento.
Darmian 6 – Dove lo metti sta. Fa il suo senza strafare e senza errori, quando finisce la benzina De Vrij gli dà il cambio. Soldatino.
Acerbi 6,5 – Soffoca Borja giocando d’anticipo e vincendo tutti i duelli corpo a corpo. In area di rigore le prende tutte lui e non si scompone nemmeno quando deve difendere in campo aperto. Presente.
Bastoni 7,5 – Gli tocca Mastantuono, talentuoso neoacquisto del Real Madrid, e di fatto lo rende innocuo concedendo al 17enne prodigio solo un tiro da fuori area all’alba del match. Nel finale chiude il discorso partita e qualificazione con un sinistro dal limite. Dominante.
Dumfries 6,5 – Con Acuna sono scintille sin dall’avvio, ogni duello fisico è una zuffa da cui spesso l’olandese esce vincitore. Ha gamba, punta spesso l’avversario diretto (lasciato solo da Colidio) e cerca le punte con continuità. Pugnace.
Barella 6 – Nel primo tempo battaglia in mezzo al campo e in fase di possesso ha buone intuizioni. Cala progressivamente, sbaglia qualche scelta e dopo un’ora Chivu lo toglie per mettere Susic. Rivedibile.
Asllani 6 – Di lotta e di governo. Non è Calhanoglu e non lo sarà mai, tuttavia lì in mezzo tampona, recupera e amministra senza fronzoli l’uscita del pallone dalla linea difensiva. Deve migliorare la scelta di tempo delle verticalizzazioni. Diligente.
Mkhitaryan 6,5 – Il solito campionario di letture, movimenti e giocate intelligenti. Però nel finale si mangia un gol su assist delizioso di Susic. Professore.
Dimarco 6 – Più brillante rispetto al recente (preoccupante) passato, nell’ultimo terzo di campo dialoga con Mkhitaryan e Lautaro per mettere in mezzo Montiel (quasi mai coadiuvato da Mastantuono). Il sinistro è quello di sempre, la tenuta atletica pure e infatti dopo un’ora Chivu lo richiama in panchina e inserisce Carlos Augusto. In ripresa.
Esposito P. 7 – All’esordio da titolare in gare ufficiali con la maglia nerazzurra spiazza Armani con un rigore in movimento. Ha caratteristiche che al momento nessun altro possiede in rosa. Difende palla spalle alla porta, cerca il dialogo con Lautaro e riempie l’area di rigore. Predestinato?
Lautaro 7 – Il capitano ex Racing sente aria di derby e sforna una prestazione scintillante a tutto campo, da leader tecnico qual è. Perfetto in entrambe le fasi, si crea due occasioni da gol che fallisce per un pizzico di imprecisione. Martinez Quarta non lo vede mai. Totem.
Allenatore
Chivu 7 – Incarta il 433 (tendente al 4231) di Gallardo accettando l’intensità imposta dagli argentini nel primo tempo e punendo sistematicamente le falle che si aprono sulle catene laterali per i mancati rientri dei giocatori offensivi nel secondo. Sta cambiando l’Inter: meno palleggio e rotazioni, più pressing, ritmo, gioco verticale e transizioni fulminee. Comandante.
Subentrati
Susic 6,5 – Al 60° rileva Barella e sembra subito a proprio agio da mezzala. Sfoggia idee, corsa e visione di gioco e regala a Mkhitaryan un cioccolatino che l’armeno non scarta. Interessante.
C. Augusto 6 – Si piazza largo a sinistra al posto di Dimarco, aiuta Bastoni nel controllo di Mastantuono. Solerte.
Carboni 6 – Entra al posto di Lautaro negli ultimi venti minuti, non bissa il gol realizzato contro l’Urawa ma si rende utile legando il gioco tra le linee. Se recupera la condizione atletica dopo il lungo stop il suo mancino educato sarà molto utile. In rampa di lancio.
De Vrij – s.v.
Esposito – s.v.