
Inter, settimane di polemiche, la frattura emotiva lasciata da Simone Inzaghi e ora un salto nel buio con Cristian Chivu, tecnico debuttante a questi livelli. È così che i nerazzurri provano a ripartire: con uno spogliatoio da ricompattare e una tifoseria che aspetta risposte concrete. Ma la prima uscita al Mondiale per Club ha detto che la strada è lunga e passa dal mercato, più che dalla panchina.
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— NinjaBet Italia (@ninjabetitalia) June 18, 2025
Dopo una sconfitta per 5–0 contro il PSG, seguita da un inizio incerto nel Mondiale per Club, l’Inter è sotto la lente d’ingrandimento.
Christian Chivu sarà all’altezza delle aspettative? pic.twitter.com/LMjYUneSD1
La verità è semplice, nell’analisi accurata di Alberto Brandi per Sport Mediaset: la nuova Inter di Chivu somiglia ancora in tutto e per tutto alla vecchia di Inzaghi. Il romeno, con pochi giorni a disposizione, non poteva fare altro che riproporre schemi e certezze ereditate.
Risultato? Dominio di palla, tante occasioni sprecate, leggerezze e distrazioni che rischiano di costare caro. Nulla di inedito per chi segue da tempo i nerazzurri. Anche se si è visto il tentativo di Chivu di introdurre qualche novità, come il pressing più alto e movimenti più vari da parte delle punte.
Chivu ha scelto la continuità come punto di partenza, una mossa forse inevitabile per non smarrire subito l’identità di un gruppo già scosso dai recenti scossoni. Ma servirà ben altro per spezzare la catena di errori che da anni pesa sulle ambizioni dell’Inter.
Dal campo poche buone notizie: Sommer irriconoscibile, Barella spaesato, Thuram impalpabile. E pure il baby Esposito, chiamato a tappare il buco in attacco negli Usa, non ha superato la prova. A peggiorare il quadro ci si mette la leggerezza finale di Sucic, errore sanguinoso che riassume bene lo stato mentale di una squadra ancora fragile.
A conti fatti, il lavoro più grosso non sarà sul prato di Appiano, ma nelle stanze di Marotta, Ausilio e Baccin. Solo il mercato potrà regalare a Chivu gli strumenti per dare davvero un volto nuovo a questa Inter che, per ora, resta ancora troppo simile a se stessa.
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