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Inter, c’è un problema: la difesa fa gol, ma non li evita… e a Chivu manca la materia prima

L’Inter di questo inizio stagione sembra meno cattiva e convinta, mentre l’equilibrio tattico spesso vacilla. Il mercato estivo, messo sotto accusa da molti osservatori, non ha portato i rinforzi richiesti dal tecnico per rendere più solida la rosa. E così i nerazzurri mostrano lacune difensive che, per ora, hanno reso la difesa la seconda peggiore del campionato. E con numeri così non si va molto lontano.

Cristian Chivu ha ereditato una squadra che vive di fiammate, capace anche l’anno scorso di segnare tanto, ma anche di subire troppo e nei momenti sbagliati. In Serie A, dopo appena quattro giornate, i dati sono impietosi, e ciò che rivelano è inquietante per una squadra che vorrebbe restare ai vertici ed essere competitiva per lo scudetto.

Sette reti incassate nelle ultime 3 partite: la sensazione è che l’Inter giochi sempre “in bilico”, con un baricentro alto e una fase di non possesso non sempre equilibrata. Chivu vuole una squadra più verticale, che pressa nella metà campo avversaria. Ma con giocatori dalla carta d’identità importante (soprattutto Francesco Acerbi) e centrocampisti più portati ad attaccare che a difendere, questo crea inevitabili “buchi” nei quali si infilano gli avversari.

Se a centrocampo ci fosse un mediano alla Konè, allora le cose forse cambierebbero. Ma la dirigenza, persa la possibilità di acquistare il romanista, con una mossa che in pochi hanno capito ha deciso di fiondarsi sul francese Diouf. Che è un centrocampista offensivo e, soprattutto, un oggetto misterioso.

Di lui per ora si ricordano solo i 5′ disastrosi minuti disputati alla prima giornata contro il Torino, quando la squadra vinceva già 5-0. Diouf, spaesato ed emozionatissimo, appena entrato in campo aveva sbagliato due tocchi elementari scatenando l’unica azione pericolosa dei granata. Poi, testa bassa e palla al piede, era andato a schiantarsi contro un avversario. Da allora non si è più visto in campo, nemmeno per un minuto.

In ogni caso, c’è anche un paradosso: a fronte delle difficoltà in copertura, la retroguardia nerazzurra è invece protagonista in zona gol. Già tre reti segnate dai difensori nelle prime quattro giornate: Bastoni all’esordio contro il Torino (5-0), Dumfries contro l’Udinese (partita poi persa) e Dimarco nel successo contro il Sassuolo.

Questo trend conferma i numeri che caratterizzavano gli anni di Simone Inzaghi, nei quali i difensori nerazzurri erano riusciti a realizzare 31 gol complessivi, con Dumfries leader a quota 11 e Di Marco poco distante. Il fatto che il trend sembri proseguire, dimostra anche che Chivu, al di là dei proclami della vigilia, oltre a utilizzare i “senatori” di quell’Inter inzaghiana ne adotta in buona parte anche gli schemi, a partire dal 3-5-2. (continua dopo la foto)

Il tecnico rumeno ha per ora abdicato al cambiamento di modulo, e questo ci sta, ma anche a presentare quella squadra camaleontica e capace di cambiare schieramento nel corso delle partite. Invece, si resta sempre ancorati al 3-5-2, senza nessun tentativo – per esempio – di difendere in modo un po’ diverso nei finali di partita, tallone d’Achille dell’Inter dall’anno scorso.

I nerazzurri hanno subito due gol nel finale a Torino contro la Juventus, passando dal 3-2 a loro favore al 3-4 finale. E si sono ripetuti (per loro fortuna con esiti meno nefasti) con il Sassuolo: dopo il 2-0 all’80’, hanno subito un gol imbarazzante per la mancanza di reattività difensiva, e nel finale Martinez ha dovuto allungarsi in tuffo per evitare l’ennesima beffa su un tiro di Berardi.

Non è quindi solo una questione di moduli, ma soprattutto di giocatori – quelli non acquistati e quelli che vanno in campo – e di concentrazione. Quest’Inter si distrae, e può succedere, e si spaventa, e anche questo può succedere, ma non in continuazione. L’anno scorso con la Lazio una delle tante distrazioni di Bisseck al 90esimo è costata lo scudetto, come i tifosi ricordano bene.

Inter, a Chivu mancano gli interpreti e ora c’è confusione

Il problema è evidente. Sommer e Martinez (che contro il Sassuolo dopo il gol preso si è imbestialito) sono poco protetti e qualche incertezza del portiere svizzero contro la Juventus ha amplificato le difficoltà. La partita “pazza” contro la Juve (4-3 per i bianconeri) pesa molto sulla statistica, ma non basta a spiegare un dato così negativo alla voce gol subiti.

Dopo il successo sul Sassuolo, Chivu ha detto: “Avremmo dovuto chiuderla prima“. Parole che riassumono bene la situazione: se l’Inter vuole restare competitiva dovrà ritrovare equilibrio e fase difensiva. Ma per Chivu non sarà facile: aveva chiesto tre giocatori, non glieli hanno presi e nemmeno alternative con caratteristiche simili.

E ora il Mister nerazzurro si trova in difficoltà, perché per esempio aveva puntato su Frattesi pensando a moduli alternativi e ora invece – è palese – non sa dove metterlo perché non garantisce abbastanza copertura. E una squadra già sbilanciata non se lo può permettere. I problemi dell’Inter, in effetti, innanzitutto dal centrocampo. E per Chivu è un dilemma di difficile soluzione, come dimostrano i numeri e le partite disputate sinora.

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