x

x

Vai al contenuto

Clamorosa iniziativa dell’Associazione Allenatori: “Israele fuori dalle competizioni”

L’Associazione Italiana Allenatori di Calcio (Aiac) ha inviato una lettera al presidente della Figc Gabriele Gravina per sollecitare un’azione concreta a favore del popolo palestinese. L’iniziativa, deliberata all’unanimità dal Consiglio direttivo guidato da Renzo Ulivieri, invita la Federazione italiana a chiedere a Uefa e Fifa la sospensione temporanea di Israele dalle competizioni internazionali.

La richiesta arriva a meno di un mese dalla doppia sfida tra l’Italia e la nazionale israeliana, valida per le qualificazioni ai Mondiali. “Non è solo un gesto simbolico ma una scelta necessaria, un imperativo morale”, ha dichiarato Ulivieri. Il vicepresidente Camolese ha aggiunto: “Non si può pensare solo a giocare, voltando la testa dall’altra parte”.

Anche Vossi e Perondi, membri della presidenza, hanno richiamato l’attenzione sulle “stragi quotidiane che colpiscono civili e sportivi, compresa la morte della stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid”, e sul “dovere del calcio italiano di non restare indifferente”.

Nella lettera, l’Aiac sottolinea come il comma 5 dell’articolo 2 dello Statuto federale imponga di contrastare ogni forma di discriminazione, razzismo, xenofobia e violenza. Per l’associazione degli allenatori, questo principio deve tradursi in una posizione chiara nei confronti del governo israeliano, “palesemente sordo agli appelli internazionali”, senza per questo confondere le critiche con pulsioni antisemite o vicinanza al terrorismo di Hamas.

Gli allenatori italiani chiedono l’esclusione temporanea di Israele

“Davanti all’Olocausto siamo per sempre tutti ebrei“, si legge nel documento, “ma la Storia non si è fermata lì. Oggi siamo interrogati da nuove tragedie e non possiamo ignorarle. Il dolore del passato non può oscurare coscienza e umanità alcuna”.

La presa di posizione dell’Aiac giunge mentre l’Italia si prepara a sfidare Israele l’8 settembre e il 15 ottobre nelle qualificazioni mondiali. Secondo l’associazione, non è più tempo di sole prese di posizione morali: “Serve un atto concreto, proporzionato al dramma in corso. Il calcio, con la sua forza simbolica, non può sottrarsi a questa responsabilità”.

Leggi anche:

Argomenti