Un uomo che ha un locale vicino a dove il bus è precipitato da un cavalcavia a Mestre, ha visto l’incidente ed è corso sul luogo per soccorrere i malcapitati. Il suo racconto è impressionante. L’uomo ha anche rivelato un dettaglio choc su quanto stava succedendo nei primi attimi dopo la caduta. (Continua dopo le foto)
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Incidente Mestre, la testimonianza di Bujar Bucai
Bujar Bucai, un imprenditore di origine kosovara, ha raccontato quanto ha visto quel 3 ottobre 2023. L’uomo stava guardando proprio fuori dalla vetrata del suo ristorante nel momento il cui il bus è precipitato. La prospettiva è quella opposta al video che circola sul web: Bujar si trovava al di là dei binari. Erano le 19:38, ha ricordato con precisione l’uomo. “Stavo vicino alle vetrate quando ho sentito un rumore e ho visto molta polvere salire da quella parte. Sono uscito di corsa, c’era un signore del Bangladesh con la bimba in braccio che urlava e voleva andare a soccorrere, ma non poteva. Io sono salito sulla prima recinzione, ho attraversato i binari, poi mi sono arrampicato sull’ultimo traliccio del treno e ho saltato l’ultima muretta, proprio davanti al bus”, racconta a Tgcom24. Il bus non era avvolto dalle fiamme, ancora. Quindi l’uomo ha potuto avvicinarsi. (Continua dopo le foto)
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Incidente Mestre, la testimonianza choc: cos’è successo nei primi attimi dopo la tragedia
Bujar ha corso per arrivare sul posto e prestare soccorso, proprio appena il bus è crollato. “Non c’era nessuno in giro e gli operai africani non li ho visti, ma solo perché sono arrivato dall’altra parte e il bus era di traverso”. L’uomo quindi si è avvicinato al mezzo e attraverso dei finestrini rotti, è riuscito a far uscire due bambini ucraini. Poi ha visto altre tre persone uscire dal bus. Pochi minuti dopo sono arrivati i mezzi di soccorso. Bujar ha ammesso che gridava aiuto, visto che alcuni, che come lui hanno visto il polverone, si erano avvicinati. Questi però non lo aiutavano: ciò che facevano invece era sconcertante. (Continua dopo le foto)
Le persone si preoccupavano di fare foto invece che soccorrere
Sulla strada, dietro, c’erano macchine in coda, e la gente che faceva foto, ha spiegato Bujar. “Io mi son messo a urlare che mi dessero una mano, o almeno non bloccassero la strada, perché dovevano arrivare i soccorsi”. Poi una considerazione personale del ristoratore che in tanti sicuramente condividono. “Io non sono nessuno ma un minimo in queste circostanze uno lo può fare. Agli altri dico: se vedete un disastro del genere cercate di aiutare, quello non era un incidente normale, dove è giusto aspettare i professionisti, si trattava di salvare delle vite”, ha esortato l’uomo, che ha salvato due bambini.