
Il Giro d’Italia non poteva cominciare in modo più spettacolare, e al tempo stesso drammatico. Mads Pedersen, potente sprinter danese della Lidl-Trek, ha vinto la prima tappa della corsa rosa numero 108, da Durazzo a Tirana, conquistando la maglia rosa dopo una volata micidiale su Wout Van Aert, secondo con la sua Visma-Lease a Bike. Terzo posto per Orluis Aular della Movistar.
LANDA ABBANDONA IL GIRO D'ITALIA ❌🚴🇮🇹
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) May 9, 2025
Dopo una brutta caduta nel finale, il ciclista spagnolo viene portato via in barella ed è costretto ad abbandonare il Giro d'Italia 🙏🙏🙏
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Ma la cronaca della giornata non si ferma alle emozioni della volata: a 5 chilometri dal traguardo, una rovinosa caduta ha coinvolto Mikel Landa, uno dei big più attesi per la classifica generale, costretto ad abbandonare il sogno rosa già al primo giorno.
Su un rettilineo apparentemente innocuo, il gruppo ha vissuto attimi di caos: una caduta multipla ha tagliato fuori una quindicina di corridori. A uscirne peggio è stato Mikel Landa, il basco della Soudal Quick-Step, che si è rialzato a fatica e non ha potuto proseguire. La prima diagnosi parla di una sospetta frattura della clavicola, ma si attendono esami più approfonditi.
Le strade albanesi, pur festanti e affollate, non hanno offerto un tracciato del tutto sicuro: strettoie, rotonde, spartitraffico improvvisi. La tensione della prima tappa, unita all’alta velocità e alla posizione ancora troppo “compressa” del gruppo, ha fatto il resto. L’organizzazione aveva già ricevuto qualche segnalazione preventiva dai direttori sportivi.
Giro d’Italia, la solidarietà per Landa
Sopravvissuto allo scompiglio, Mads Pedersen ha approfittato di un ultimo chilometro quasi perfetto. Van Aert gli ha preso la ruota ma non è riuscito a saltarlo. Pedersen conquista così la sua seconda vittoria al Giro dopo quella del 2023 e veste per la prima volta la maglia rosa, che difenderà con ogni fibra.
Mikel Landa, 34 anni, è stato per anni uno dei grandi incompiuti del ciclismo contemporaneo: talento purissimo, ma sempre troppo sfortunato. Quest’anno sembrava arrivato al Giro con ambizioni concrete da podio, forte di una condizione brillante vista al Tour of the Alps. Era il leader designato della sua squadra. La sua uscita di scena rimescola tutte le carte della classifica generale.
A fine gara, Remco Evenepoel (terzo tra i favoriti) ha espresso la sua solidarietà al collega. “Vincere il Giro è un sogno”, ha detto, “ma vedere un collega a terra così presto è un pugno nello stomaco“. Solidarietà anche da Tadej Pogacar, che ha inviato un videomessaggio: “Il Giro ha bisogno dei suoi protagonisti. Forza Mikel“.
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