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Genoa-Parma 0-0: i ducali resistono in dieci, i rossoblu sbagliano un rigore nel finale

Genoa-Parma 0-0: i ducali resistono in dieci, i rossoblu sbagliano un rigore nel finale

Genoa-Parma 0-0, al “Ferraris” i rossoblu non vanno oltre lo 0-0 contro i ducali: la squadra di Vieira domina sul piano del possesso e delle occasioni, ma non riesce a concretizzare, nemmeno quando si trova in superiorità numerica. Il Parma, ridotto in dieci uomini nel primo tempo, porta a casa un punto di carattere grazie a una prova difensiva compatta e alle parate decisive del portiere Suzuki.

Primo tempo: espulsione e tensione, ma nessun gol

La gara si apre con il Genoa che prova a prendere campo, mentre il Parma si affida a ripartenze rapide. Al 40’ arriva l’episodio che segna la partita: Ndiaye rimedia il secondo cartellino giallo e lascia i ducali in dieci. Nonostante ciò, la squadra emiliana resta ordinata e respinge gli assalti rossoblù. Nel finale di tempo Suzuki si oppone con una parata importante su una conclusione a botta sicura del Genoa.

Secondo tempo: Genoa all’assalto, Parma in trincea, poi il rigore nel recupero

Nella ripresa il Genoa alza il ritmo e schiaccia il Parma nella propria metà campo. I rossoblù costruiscono diverse occasioni, ma trovano sempre Suzuki pronto a intervenire, in particolare su un tiro ravvicinato di Ekhator. La pressione aumenta minuto dopo minuto, ma il Parma difende con ordine e sacrificio.

Nel finale, quando tutto lascia pensare a un pareggio senza emozioni, l’arbitro concede un rigore al Genoa per un fallo su Ekhator. Sul dischetto va Maxwel Cornet, ma il suo tiro centrale viene neutralizzato ancora una volta da Suzuki, che diventa il protagonista indiscusso del match.

Genoa, tanto sforzo ma poca lucidità; Parma, un punto che vale oro

Il Genoa ha mostrato intensità e volontà, soprattutto dopo l’espulsione avversaria, ma è mancata la lucidità sotto porta. L’errore dal dischetto pesa e lascia la sensazione di un’occasione persa davanti al proprio pubblico.

Per il Parma è un pareggio dal sapore di vittoria. Nonostante l’inferiorità numerica per oltre un tempo, la squadra ha saputo stringere i denti, difendere con ordine e affidarsi alle parate di un Suzuki in versione muro.

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