Ipotesi presunto complice
Gli inquirenti si stanno concentrando su una particolare lesione riscontrata durante l’autopsia, ovvero un’impronta sulla coscia sinistra della vittima, attribuibile a un calpestamento violento con una scarpa dotata di tacco o punta. Questa traccia differisce dalle impronte precedentemente analizzate, come quella della scarpa Frau numero 42, che era stata associata ad Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara e condannato per l’omicidio. La nuova evidenza ha portato gli inquirenti a considerare la possibilità della presenza di un complice, forse una donna, coinvolta nell’aggressione. Ulteriori segni di percosse sul volto della vittima suggeriscono che Chiara potrebbe essere stata colpita a mani nude prima di essere uccisa con un oggetto contundente pesante, indicando un’aggressione più complessa di quanto inizialmente ipotizzato.

La perizia sull’impronta della Frau 42 messa in discussione
Inoltre, la perizia sull’impronta della scarpa Frau 42, elemento centrale nel processo contro Stasi, è stata recentemente messa in discussione. Secondo una nuova consulenza, la distribuzione dei “pallini” dell’impronta latente potrebbe corrispondere a diverse taglie dello stesso modello, a seconda di variabili come il peso, la pressione esercitata e la quantità di sangue presente sulla superficie. Questa incertezza solleva dubbi sulla solidità della prova che ha contribuito alla condanna di Stasi e alimenta le richieste di una revisione del processo.
Il caso di Garlasco rimane quindi aperto a nuove interpretazioni e sviluppi, con la speranza che le indagini in corso possano finalmente chiarire tutti gli aspetti di un delitto che, a distanza di anni, continua a interrogare l’opinione pubblica e il sistema giudiziario italiano.
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