Chi è il killer secondo Roberta Bruzzone
“Alberto Stasi è l’autore dell’omicidio di Chiara Poggi. Non riesco a trovare un’ipotesi alternativa che abbia senso. Le nuove evidenze su Andrea Sempio non mi convincono per nulla”, ha dichiarato Bruzzone in un’intervista esclusiva a Fanpage.it. Le sue parole giungono in un momento in cui le indagini, che nel 2007 sconvolsero l’Italia, stanno affrontando un nuovo sviluppo.
Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, è stato l’unico condannato in via definitiva, mentre l’attenzione investigativa ora si concentra su Andrea Sempio, amico di famiglia, accusato di concorso in omicidio. Bruzzone, che segue da tempo il caso, si dice sorpresa dalla riapertura delle indagini: “È vero, Stasi fu assolto due volte, ma solo perché non erano stati eseguiti tutti gli approfondimenti richiesti. Quando la Cassazione dispose un nuovo appello, vennero fatti e portarono alla sua condanna. Gli elementi su Sempio? Fragili e, a mio parere, non idonei a riaprire un processo già chiuso in Cassazione”.

Le altre dichiarazioni
Le nuove prove presentate nel caso non reggono dal punto di vista tecnico, secondo la criminologa. “Il materiale subungueale venne già analizzato durante l’appello bis, con risultati discordanti. L’attribuzione genetica è instabile e non può avere alcun valore forense solido. L’impronta 33 dattilo, probabilmente di Sempio, non è collocabile in modo certo al momento del delitto”.
Bruzzone respinge anche l’ipotesi che l’assassino sia sceso in cantina dopo il delitto: “Lì il corpo è scivolato da solo giù dai gradini. Non c’è motivo logico per cui il killer avrebbe dovuto seguirlo. Inoltre, nessuna traccia ematica sull’impronta”. Le teorie alternative, che includono sette sataniche e suicidi rituali, vengono descritte come prive di fondamento.
Riguardo al ruolo di Andrea Sempio, l’esperta è categorica: “Non basta dire che chiamava casa Poggi per fargli reggere il ruolo di omicida. Telefonò giorni prima, non il 13 agosto, e non c’è alcuna prova che quel giorno abbia tentato di capire se Chiara fosse sola. E poi, quale sarebbe il movente?” Bruzzone mette in dubbio il presunto movente di una delusione amorosa, sottolineando l’assenza di un passato violento che possa giustificare tali sospetti.
L’interrogativo su cosa abbia spinto la Procura a indagare Sempio rimane aperto. “C’è una vecchia informativa dei carabinieri di Milano che attribuisce grande rilevanza all’impronta, ma non regge. Il corpo occupava l’intero spazio in fondo alla scala: se quella è davvero l’impronta dell’assassino, avrebbe dovuto calpestare il cadavere”.
Infine, Bruzzone critica le teorie che coinvolgono altre figure, definendole “fanta-investigazione”. Sottolinea che le orme trovate sul luogo del delitto corrispondono alla misura di Stasi. “Le orme di Stasi non ci sono, quando invece ci sarebbero dovute essere, se davvero ha camminato sul sangue”. Questa assenza, secondo l’esperta, è il vero nodo del caso.
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