I fratelli Giuseppe, Carmine e Agostino Abbagnale sono tre ex canottieri italiani. Insieme hanno fatto la storia del canottaggio italiano e mondiale. Carmine e Giuseppe, insieme al timoniere Giuseppe Di Capua, hanno formato uno degli equipaggi più celebri nella specialità del due con nella storia del canottaggio. Hanno vinto due titoli olimpici e sette mondiali, gareggiando insieme per tredici stagioni, dal 1981 al 1993. Ecco i momenti salienti della loro incredibile carriera.
Le origini e qualche nota biografica sui fratelli Abbagnale
I fratelli Abbagnale sono originari di Pompei, in provincia di Napoli. Sono tre dei sei figli di una coppia di contadini. Lo zio materno, Giuseppe La Mura, dirigente del circolo Canottieri Stabia, convince il più grande, Giuseppe, nato nel 1959, a provare il canottaggio. I successi del fratello nelle categorie juniores e seniores, spinge anche i più piccoli Carmine ed Agostino a unirsi al circolo stabiese guidato dallo zio. Gli allenamenti studiati da La Mura sono massacranti, ma rendono i fratelli delle macchine da vittoria. In un’intervista a Repubblica ha commentato così il lavoro svolto:
“A quei tempi, gli atleti dell’Est percorrevano 80 chilometri al giorno in barca. Era come fare l’operaio, quattro allenamenti di 20 km, otto ore in acqua. Noi eravamo fermi a 20, 25. Così appresi tecniche, metodi, conobbi l’importanza dell’energia e del dispendio di forze. I nostri allenamenti erano sempre più massacranti, ma finalmente stavamo spostando l’orizzonte della fatica seguendo un metodo scientifico e matematico. Chiamai docenti di matematica, esperti, amici, medici: con le vecchie calcolatrici facevamo conti infiniti per capire fin dove potevamo spingere ogni atleta, e i nostri conti si rivelarono presto infallibili“.
Le vittorie
Giuseppe e Carmine Abbagnale dominano per dieci anni la scena del canottaggio mondiale. Giuseppe era il capovoga dell’armo, mentre Carmine il prodiere. In carriera hanno vinto due titoli olimpici e sette titoli mondiali ottenuti tra il 1981 e il 1991. Tuttavia, nel 1994, con Giuseppe infortunato durante i campionati mondiali di Indianapolis, Carmine ha ottenuto l’unica medaglia senza il fratello: un argento nel due con, in coppia con Gioacchino Cascone e con Antonio Cirillo come timoniere. Tra le numerose imprese, spicca la finale olimpica di Seoul 1988, dove l’equipaggio italiano è riuscito a conquistare l’oro sconfiggendo gli inglesi rappresentati da Stephen Redgrave, il più grande canottiere della storia, e Andy Holmes, che sono finiti in terza posizione, dietro l’equipaggio della Germania Est.
I fratelli hanno gareggiato insieme per 13 stagioni, dal 1981 al 1993, anno del ritiro di Giuseppe. In precedenza, Giuseppe, più grande di tre anni, aveva gareggiato con altri prodieri, mentre dopo il 1993, Carmine ha continuato a gareggiare per altre due stagioni, conquistando un altro argento mondiale. Il terzo fratello, Agostino, ha conquistato a sua volta due ori olimpici e mondiali nel quattro di coppia e un oro olimpico nel due di coppia, oltre a un argento in questa disciplina e uno nell’otto con ai mondiali. Nell’immaginario collettivo ricordiamo tutti la voce roca di Galeazzi che grida: “Andiamo a prenderci questo oro, la barca azzurra è bellissima!”.
Dove si allenavano i fratelli Abbagnale?
I fratelli Abbagnale iniziano la loro avventura con il canottaggio allenandosi con lo zio, Giuseppe La Mura, presso il circolo Canottieri Stabia di cui era dirigente. Successivamente, lo zio diventa direttore tecnico della Federazione Italiana di Canottaggio. Gli allenamenti sono estenuanti. La giornata iniziava all’alba: sveglia alle cinque, dieci chilometri di corsa da Pompei fino al circolo di Castellammare di Stabia, seguiti da ore di duro allenamento sul mare tranquillo del golfo stabiese, almeno fino all’ora di andare a scuola. Nel pomeriggio, di nuovo in palestra. Il metodo di allenamento di Giuseppe La Mura era un modello scientifico che poi è stato esportato e imitato in tutto il mondo. Ogni dettaglio era calcolato con precisione millimetrica e non era possibile deviare dalle rigide routine.
Cosa fanno oggi i fratelli Abbagnale?
Dopo essersi ritirati dalle competizioni agonistiche, i fratelli Abbagnale hanno continuato a supportare lo sviluppo del canottaggio italiano come allenatori e mentori, trasferendo la loro esperienza e conoscenza alle nuove generazioni di atleti. Oggi i fratelli Abbagnale rappresentano un esempio di ciò che si può raggiungere attraverso il lavoro e il sacrificio, rimanendo una parte indelebile della storia del canottaggio sia italiano che mondiale. Sono simboli di talento, impegno e successo. La loro straordinaria carriera e il loro leggendario dominio nelle competizioni olimpiche rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati di sport di tutto il mondo.
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