
Nel segno di Max Verstappen. Il campionato del mondo di Formula 1 entra nella sua fase decisiva dopo Baku e ci sono delle sorprese e delle conferme. Ad analizzare la situazione con la consueta lucidità è Stefano Gatti su Sportmediaset. Il GP dell’Azerbaijan ha messo a nudo punti di forza e debolezze dei top driver, con un campione del mondo in carica chirurgico e dominante.Chi ne esce insolitamente male invece sono le McLaren, mai così in difficoltà quest’anno.
La Red Bull ha portato a casa un’ottima gara, con entrambi i piloti a punti: #Verstappen in prima posizione e #Tsunoda in sesta. Ecco le parole di Laurent #Mekies. #f1 #formula1 #f12025 #formula1it #formulauno #newsf1 #AzerbaijanGP pic.twitter.com/uACiEAKd2M
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Nella Baku bollente il voto più alto spetta quindi a Max Verstappen. Potremmo optare per un 10 pieno, perché molto di meglio non si può fare. Tre giorni senza sbavature e una quarta vittoria stagionale che dimostra ancora una volta la straordinaria abilità di un pilota che – sovvertendo le gerarchie – riesce a contare più della macchina che guida. (continua dopo la foto)

Max è un leader nato per la tecnica e per la mentalità. Se la Red Bull avesse mantenuto una certa costanza nel periodo di transizione tra Horner e Mekies, oggi l’olandese sarebbe ancora più vicino al quinto titolo consecutivo. Ma vista una macchina non molto performante, già essere lì è un’impresa straordinaria.
All’opposto, la Ferrari esce malissimo anche da questo Gran Premio. A inizio stagione, bagno di folla e proclami. Poi iniziano i problemi, le giustificazioni, le promesse, i dubbi, i malumori. Ma non cambia mai niente: finché a Baku, indicato come l’ennesimo GP della rinascita alla vigilia, succede qualcosa che per una scuderia come la Ferrari è umiliante, quasi fantozziano.
A fine gara, infatti, si scatena una polemica fra i piloti per uno scambio di posizioni fra l’ottavo e il nono posto. Enzo Ferrari da lassù sarà incredulo nell’osservare la sua creatura ormai irriconoscibile. Forse non è chiaro a che punto siamo arrivati: serve una rivoluzione immediata, perché i tifosi hanno avuto anche troppa pazienza e i piloti meritano di meglio.
A proposito di piloti, Charles Leclerc commette un errore pesante in qualifica che compromette il podio e lascia spazio alla Mercedes nella lotta tra i Costruttori. A completare il quadro c’è Lewis Hamilton, che dopo una gara accorta resta intrappolato nel trenino Lawson-Tsunoda-Norris e non restituisce la posizione a Leclerc, alimentando – ridicole – tensioni a Maranello. (continua dopo la foto)

In un Mondiale fin qui dominato, McLaren ha vissuto a Baku una delle sue rare giornate storte. Lando Norris e Oscar Piastri non sono riusciti a trovare né passo né assetto sul cittadino azero, finendo lontani dai primi. Un risultato sorprendente se rapportato all’andamento della stagione e che rappresenta un campanello d’allarme per Woking. Ci si aspetta una reazione già a Singapore per non rischiare di perdere un mondiale che sembrava già vinto.
Cambiando scuderia, fra i protagonisti di Baku c’è anche George Russell: debilitato dall’influenza, riesce comunque a centrare un clamoroso secondo posto, portando punti pesanti alla Mercedes. In crescita Andrea Kimi Antonelli, che finalmente vede la luce dopo un’estate complicata: il quarto posto a Baku è ossigeno puro per il rookie italiano.
Brilla anche Carlos Sainz, oggi pilota Williams, che difende la seconda posizione a lungo prima di chiudere comunque sul podio dietro Russell. Dietro invece Alexander Albon, stranamente disattento e inefficace.
Liam Lawson e Yuki Tsunoda, infine, hanno ben impressionato, e si sono sfidati gomito a gomito tra le stradine azere. Il sorpasso sulla pista cittadina era quasi impossibile, ma la sfida tra i due è comunque stata avvincente. Ora lauto e piloti torneranno a sfidarsi a Singapore, e Verstappen può sorridere: il Mondiale non è ancora chiuso.
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