Il bilancio dei feriti
L’episodio ha lasciato dietro di sé un bilancio preoccupante. Due persone, un tifoso veneziano e un austriaco del Salisburgo, sono state trasportate in ospedale con ferite gravi, anche se non in pericolo di vita. Altri cinque sostenitori del Salisburgo e due friulani hanno riportato contusioni serie, ma hanno rifiutato il ricovero. Anche un agente della Questura di Udine e un collega di Venezia hanno dovuto ricorrere alle cure mediche.
Alcuni degli ultras coinvolti sono stati fermati e portati in Questura in attesa delle decisioni del magistrato di turno. Le indagini della Digos proseguono per identificare altri responsabili e valutare possibili provvedimenti, tra cui il divieto di accesso agli stadi (Daspo) per i soggetti ritenuti più pericolosi. (continua dopo la foto)
I precedenti
La violenza di sabato non è stata un episodio isolato. Già durante la partita si erano verificati momenti di tensione, con il lancio di fumogeni in campo e continui scambi di minacce tra le due tifoserie. A scaldare ulteriormente gli animi è stato uno striscione esposto dai veneziani che faceva riferimento all’aggressione subita dagli udinesi lo scorso ottobre nei pressi della stazione di Santa Lucia.
Le autorità erano già consapevoli della presenza di ultras del Salisburgo, storicamente legati ai tifosi friulani, e avevano predisposto un ingente dispositivo di sicurezza, con controlli serrati in stazione e nei pressi dello stadio. Tuttavia, nessuno si aspettava che gli assalitori arrivassero a mettere a rischio la propria vita fermando un treno in corsa in una stazione secondaria, dove il convoglio non era nemmeno previsto fermarsi.
Solo alle 19:24, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e il ripristino della sicurezza, il treno è stato autorizzato a ripartire alla volta di Venezia, chiudendo così una serata che ha lasciato un segno nella cronaca sportiva e cittadina.
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