L’auto con il quale Filippo Turetta si è dato alla fuga dopo aver ucciso Giulia Cecchettin, dovrebbe arrivare in Italia nella serata di oggi, venerdì 15 dicembre 2023. La Fiat Punto nera del ragazzo si trovava sotto la custodia giudiziaria della polizia di Halle, in Germania, dove quasi un mese fa è stato arrestato Turetta. La vettura verrà portata nei laboratori dei Ris di Parma, dove gli esperti effettueranno le analisi scientifiche su tracce e oggetti rinvenuti. L’indagine sull’auto di Turetta sarà una svolta per il caso della morte di Giulia Cecchettin. Cosa potrebbe succedere all’imputato? (Continua dopo le foto)
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Cosa hanno trovato nella Punto nera di Turetta
L’analisi del veicolo e dei reperti al suo interno è fondamentale per l’inchiesta: l’auto potrebbe infatti dare “risposte” concrete sulla dinamica dell’omicidio. All’interno del veicolo, la polizia tedesca ha trovato il coltello con una lama di 12 centimetri, con il quale Filippo avrebbe colpito e ucciso Giulia. La Punto nera di Turetta aveva al suo interno anche alcuni oggetti sospetti: 300 euro in contanti, ma anche sacchetti di nylon neri, uguali a quelli trovati accanto al corpo della studentessa, e del nastro adesivo. Entrambi oggetti che fanno pensare che Filippo avrebbe premeditato l’assassinio della sua ex fidanzata. Gli investigatori potranno inoltre analizzare il cellulare rinvenuto nel veicolo, che potrebbe essere quello di Giulia. (Continua dopo le foto)
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Le analisi all’auto di Turetta
Gli esperti del Ris di Parma prenderanno in esame le tracce di sangue presenti sull’auto, utili per ricostruire la dinamica dell’omicidio. A seconda di dove si trova il sangue nell’auto si potrà capire come ha agito Filippo Turetta. In particolare, le tracce di sangue trovate nell’abitacolo serviranno per capire quando Giulia è stata accoltellata: se all’interno della vettura dell’ex fidanzato o a pochi metri da casa sua o in un altro momento. Tutto ciò servirà a definire le accuse nei confronti del suo assassino. I risultati delle analisi verranno confrontati con il racconto del ragazzo. Il modo in cui è stata uccisa Giulia potrebbe confermare l’aggravante della premeditazione, che per Turetta vorrebbe dire quasi certamente ergastolo.