
A pochi giorni dal Gran Premio di Shanghai, l’attesa per un possibile riscatto della Ferrari è palpabile. Dopo il deludente weekend a Melbourne, la squadra italiana si prepara ad affrontare una nuova sfida, e secondo l’analisi di Paolo Filisetti sulla Gazzetta dello Sport, la SF-25 potrebbe finalmente rivelare il suo vero potenziale.
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— eman murra (@eman_murra) March 19, 2025
Quanto visto a Melbourne non è, secondo Fred Vasseur, il vero volto della monoposto. Il team principal della Scuderia ha ribadito che le prestazioni mostrate dalla SF-25 nelle prove libere erano indicative di un potenziale ben più alto rispetto a quello emerso nelle qualifiche e durante la gara.
Nonostante ciò, i distacchi subiti e i miglioramenti limitati rispetto alla vettura dell’anno precedente, in confronto a quelli ottenuti dai rivali diretti, hanno messo in discussione la bontà delle affermazioni di Vasseur. Filisetti suggerisce però di guardare i distacchi subiti a Melbourne sotto una nuova luce. La SF-25, infatti, è una monoposto estremamente sensibile alle variazioni di assetto.
In altre parole, le sue prestazioni sono influenzate dalla qualità del setup adottato. A Melbourne, la Ferrari ha faticato a trovare il giusto bilanciamento per adattarsi a un circuito in costante evoluzione, con un grip della pista che cambiava continuamente. Difficoltà che potrebbero spiegare i distacchi subiti, che devono essere visti come relativi, legati alle scelte tecniche fatte dalla squadra e alle condizioni specifiche della pista. (continua dopo la foto)

In vista del Gran Premio di Shanghai, l’analisi si concentra su due fattori: il tracciato e il formato del weekend. Il circuito sembra favorevole alla McLaren, con curve medio-veloci e due rettilinei, uno dei quali molto lungo, ma le caratteristiche della pista sono molto diverse da quelle di Melbourne. A Shanghai il grip dell’asfalto, la sua abrasività e le sollecitazioni sugli pneumatici sono distinti.
Secondo Filisetti, quella di Shangai è “una pista vera“, che non nasconde le vere prestazioni delle vetture come accaduto in Australia. A complicare un po’ le cose c’è il formato Sprint che caratterizzerà il fine settimana. Pur essendo un ostacolo per la messa a punto precisa delle vetture, livella le opportunità per tutte le squadre, obbligando i team a fare affidamento quasi esclusivamente sulle simulazioni per determinare gli assetti.
Questo è un aspetto positivo per la Ferrari, che dispone di strumenti tecnologici avanzati per il lavoro di simulazione. Se a Melbourne i rivali sono riusciti a evolvere il loro setup in modo coerente con l’evoluzione delle condizioni della pista, la Ferrari è rimasta indietro, incapace di adattarsi fino in fondo.
La Ferrari e la sfida a Shanghai
Secondo Filisetti, il Gran Premio di Shanghai rappresenta una vera e propria cartina di tornasole per la SF-25. Il tracciato cinese dirà se la Ferrari possiede davvero le qualità che le erano state attribuite dai rivali fin dalla presentazione, o se il progetto della monoposto sta rivelando problemi più gravi di quelli inizialmente immaginati.
Nonostante la difficoltà di trovare il setup ideale, la Ferrari ha gli strumenti necessari per farlo meglio dei suoi avversari. Con una sola sessione di prove libere a disposizione, tutti i team dovranno affidarsi alle simulazioni per trovare il giusto equilibrio. Se i risultati a Shanghai dovessero essere deludenti, non ci sarebbero scuse: sarebbe un verdetto chiaro e inappellabile sullo stato di forma della SF-25.
Shanghai, insomma, potrebbe segnare un punto di svolta per la Ferrari. La scuderia avrà finalmente l’opportunità di dimostrare il vero potenziale della sua monoposto, senza più giustificazioni legate alle difficoltà incontrate a Melbourne.
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