Questa volta la Coppa d’Africa crea tensioni prima ancora di cominciare: la scintilla è scattata per una decisione che ha fatto molto discutere. La scelta della Fifa di posticipare il rilascio dei calciatori convocati ha fatto felici i club europei, ma ha mandato su tutte le furie le Federazioni africane. Un film già visto, con il solito finale teso.
#CoppaAfrica, cambia la data delle convocazioni: altro che fine dicembre!https://t.co/qXTV1wCB3d
— CalcioNapoli1926.it (@cn1926it) December 3, 2025
La 35esima edizione del torneo, programmata dal 21 dicembre al 18 gennaio, resta piazzata in piena stagione. Era previsto che i giocatori lasciassero le squadre l’8 dicembre, ma la Fifa, dopo le pressioni di Uefa, leghe e società, ha spostato il raduno al 15 dicembre. (continua dopo la foto)

I club avranno così i loro tesserati per l’ultimo turno di coppe e per un’altra giornata di campionato. Una settimana di respiro che per molte squadre vale oro, ma che per le Federazioni della Caf è un colpo basso: avevano già pianificato ritiri, voli e alloggi.
La Fifa ha invitato nazionali e società a “tenere discussioni bilaterali” per trovare soluzioni mirate; nei casi più complicati interverrà come mediatrice. Il principio segue quello usato per il Mondiale 2022: solo sette giorni tra rilascio e inizio delle gare.
Coppa d’Africa, le conseguenze sui club italiani
La decisione incide per diversi club italiani. La Roma potrà contare su Evan Ndicka e Neil El Aynaoui contro Celtic e Como. Il Como spera di recuperare Assane Diao, che con il nuovo calendario potrebbe esserci proprio contro i giallorossi. Anche l’Atalanta sorride: Lookman e Kossonou resteranno disponibili per il match decisivo di Champions League contro il Chelsea e per la sfida di Serie A contro il Cagliari.
Il rinvio incide anche su Lecce e Udinese, che rischiano di perdere un numero altissimo di giocatori ma posticipano di una settimana l’emorragia. Il Lecce potrebbe salutare sette elementi: Gaspar, Kouassi e N’Dri, Coulibaly, Maleh, Rafia e Banda. L’Udinese ne conta sei: Okoye, Zemura, Kamara, Bayo, Modesto e Gueye.
Per una competizione che è sempre stata terreno di attrito, questa volta a far rumore non è il campo, ma l’ennesimo braccio di ferro politico. E non sarà semplice trovare una soluzione.
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