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Ciclismo, Mondiali in Ruanda: è caos dopo la richiesta del Parlamento Europeo

Ciclismo, la situazione in Ruanda e nella regione del Kivu, al confine con la Repubblica Democratica del Congo, sta diventando sempre più complessa, con gravi implicazioni anche per gli sport mondiali. A causa dei violenti conflitti causari dai ribelli M23 che da gennaio stanno devastando l’area, il Parlamento Europeo ha preso una posizione forte.

I deputati, a larga maggioranza, hanno infatti chiesto il congelamento degli aiuti al Ruanda e l’annullamento dei Mondiali di ciclismo su strada, che si dovrebbero tenere a Kigali dal 21 al 28 settembre 2025. La guerra nel Kivu, che ha già provocato 3000 morti e oltre 500mila sfollati, ruota attorno alle ricchissime risorse minerarie della regione, tra cui cobalto, oro e stagno.

Questi minerali sono essenziali per la transizione energetica globale, e il controllo su di essi è una delle principali cause del conflitto. I ribelli M23 si sono concentrati sulle aree minerarie, causando un’escalation di violenze che ha sollevato preoccupazioni internazionali.

Con una maggioranza schiacciante di 443 voti favorevoli e 4 contrari, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione chiedendo alla Ue di sospendere il memorandum d’intesa con il Ruanda sulle materie prime e di congelare tutti gli aiuti europei al Paese, almeno finché non sarà cessata l’ingerenza del Paese ospitante nel conflitto con il Congo.

La risoluzione chiede anche l’annullamento dei Mondiali di ciclismo su strada come risposta alla violenza e alla situazione geopolitica delicata. La decisione del Parlamento Europeo arriva in un momento critico per una competizione che si dovrebbe svolgere per la prima volta in Africa.

La crescente incertezza sulla sicurezza e le problematiche sanitarie mettono quindi in forse la realizzazione dell’evento. Non solo per la guerra in corso, ma anche per i costi e le difficoltà logistiche legate alla trasferta. Le Federazioni nazionali hanno espresso preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei ciclisti e al rischio di esposizione a malattie infettive, con la possibilità che le squadre partecipanti siano ridotte di numero.

L’Unione Ciclistica Internazionale, che ha assegnato l’evento a Kigali, ha programmato una tavola rotonda virtuale con le Federazioni nazionali per discutere di questi aspetti. All’incontro parteciperà anche il presidente dell’UCI, David Lappartient, attualmente candidato alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Ciclismo, Mondiali in Ruanda a forte rischio

La situazione è ulteriormente complicata dal forfait della Soudal-Quick Step, una delle squadre più prestigiose del ciclismo internazionale, che ha deciso di non partecipare al Tour of Ruanda a causa delle preoccupazioni legate alla sicurezza. Nonostante ciò, il ciclista belga Aldo Tailleu, della formazione giovanile Lotto, ha vinto la prima tappa della competizione, che si è tenuta regolarmente.

La UCI è sotto pressione per risolvere questi problemi, e la situazione potrebbe evolversi rapidamente in vista dell’evento. In un contesto già segnato dalle difficoltà politiche tra Ruanda e Congo, e dai dubbi sulla sicurezza, il Parlamento europeo continua a spingere per una posizione chiara da parte dell’Unione Europea.

Il futuro dei Mondiali di ciclismo è ora in bilico, con l’Europa che fa sentire la propria voce e chiede azioni concrete per fermare il conflitto e le violazioni dei diritti umani. Se la situazione non dovesse migliorare, l’annullamento dei Mondiali potrebbe diventare una realtà, con un impatto significativo sul panorama sportivo e sul futuro delle competizioni internazionali in Africa.

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