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Ciclismo, la caduta, il coma, la rinascita: parla il campione azzurro

Ciclismo, dalla paura al sorriso, passando per il coma e un’operazione di 11 ore. Filippo Baroncini, 25 anni, talento romagnolo della UAE-XRG, racconta il suo ritorno alla vita dopo il terribile incidente al Giro di Polonia. “Sono vivo per miracolo. Non l’avevo capito subito, ma ora ne ho la piena percezione. Tornerò a correre, più forte di prima”.

Il 6 agosto, in una discesa insidiosa, Baroncini perde il controllo in curva, tocca la ghiaia e finisce contro un muretto a 60 chilometri orari. Le conseguenze sono devastanti: fratture vertebrali, gravi traumi facciali e costali. Dopo un primo ricovero in Polonia, il corridore viene trasferito con un volo privato all’ospedale Niguarda di Milano, dove subisce due interventi complessi: il fissaggio di due vertebre dorsali e una delicatissima operazione maxillofacciale e neurochirurgica durata 11 ore.

Resta in coma indotto per due settimane, ma quando si risveglia sorprende tutti per la velocità del recupero. Mercoledì scorso, dopo tre settimane di alimentazione liquida, è riuscito a mangiare un piatto di pasta. “Una piccola grande vittoria” racconta sorridendo dalla stanza 18 del reparto di neurochirurgia.

Baroncini ricorda quasi tutto dell’incidente: “Ho sentito subito l’impatto alle costole e la difficoltà a respirare. Le gambe le muovevo bene, questo mi ha tranquillizzato. In faccia sentivo che c’era qualcosa che non andava. E meno male che per pochi millimetri non sono stati coinvolti gli occhi”.

Ringraziamenti speciali per l’équipe medica del Niguarda: dal primario di chirurgia maxillo-facciale Gabriele Canzi al neurochirurgo Davide Colistra, fino alla rianimatrice Valeria Terzi e agli specialisti di anestesia, ortopedia e traumatologia. “Mi hanno salvato la vita. Sono stati eccezionali“.

Determinante l’affetto dei suoi cari: papà Carlo, mamma Lara, il fratello Matteo e la fidanzata Alessia non lo hanno mai lasciato solo. “La loro presenza è stata fondamentale, decisiva“.

La squadra ha fatto sentire il proprio calore: “I compagni, compreso Tadej Pogacar, non mi hanno fatto mancare nulla. Sono venuti a trovarmi anche il team principal Mauro Gianetti e il presidente Matar, apposta dagli Emirati. È stato commovente“.

Dimesso oggi dall’ospedale, Baroncini inizia la lunga riabilitazione. “Vorrei bruciare i tempi, ma so che devo rispettare il percorso. Bisogna controllare la mandibola, la postura e recuperare la massa muscolare persa. I medici devono quasi frenarmi”.

Sul futuro non ha dubbi: “Non penso ai crediti o ai debiti con la sorte. Devo guardare avanti. Mi vedo tra qualche mese allo specchio, pronto a dire: che animale che sono! Ci sono conti in sospeso, questa sarà la svolta definitiva per tornare, e alla grande“.

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