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Chico Forti arriva in carcere e accade l’impensabile con Schettino

Le parole di Chico Forti a “Cinque minuti”

In quei 24 anni negli USA, dopo la condanna all’ergastolo per omicidio, Forti ha spigato di essere riuscito ad andare avanti solo nella convinzione della sua innocenza. Ha affrontato la detenzione “giorno per giorno”, perché “se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita”. Ha dichiarato di essere stato “congelato per 24 anni, ma la mia voglia di vivere non è cambiata”. Poi ha raccontato del suo rientro in Italia: “Tra il carcere di Miami e quello di Verona c’è una differenza enorme. Quello di Miami è basato sulla punizione ed è un luogo dove sei continuamente umiliato, mentre qui ho conosciuto valori umani come i rapporti e il rispetto, che non ritrovavo da 24 anni”. (Continua a leggere dopo le foto)

Poi Forti ha aggiunto: “A Rebibbia e a Verona mi hanno accolto come un re, ho ricevuto tantissimo rispetto. Quando sono arrivato in carcere mi hanno detto: ‘c’è il comandante che vuole parlarle’. Pensavo che fosse un agente della penitenziaria ma invece il primo che mi si è presentato è stato Schettino (l’ex comandante della Costa Concordia, detenuto a Rebibbia), il quale mi ha detto: ‘Chico, sei il mio eroe”. Il fratello di Dale Pike, la vittima dell’omicidio per il quale Chico Forti è stato condannato all’ergastoo e che da quattro anni dice con forza che Chico è innocente, “ha fatto dei grandi passi per aiutarmi nel discorso della mia innocenza. Credo che ci sia un momento in ognuno di noi in cui prevale la coscienza. Non mi ha mai attaccato all’inizio, ma neanche difeso. Credo che abbia raggiunto un momento, forse anche per il discorso di mia madre, entrambe le famiglie hanno sofferto tanto, in cui abbia deciso di fare qualcosa di concreto, scrivere al presidente degli Stati Uniti, scrivere al governatore della Florida è un passo importante per la famiglia della vittima”.