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Chiara Ferragni clown in copertina, la reazione di Selvaggia Lucarelli

Le parole della Lucarelli

Chiara Ferragni in versione Joker sull’anteprima di copertina dell’Espresso ha scatenato un grosso polverone mediatico. “Una copertina che non c’entra niente con il giornalismo ma che è pregna di una violenza inaudita”, scrive un utente. “Da donna, mi sento sfregiata. L’Espresso è una rivista di attualità e mi disgusta pensare che il racconto dell’attualità debba passare attraverso lo scherno feroce”, scrive una commentatrice su X. Ma sono molti anche i commenti di internauti che mostrano di condividere la scelta: “Rende decisamente l’idea di chi sia realmente Chiara Ferragni”. Tra questi commenti su X è apparso anche quello della Lucarelli. (Continua a leggere dopo la foto)

Ovviamente la Lucarelli si è espressa a favore del settimanale e su X ha scritto: “L’indignazione di alcuni per la copertina de L’Espresso è chiaro indizio di quante persone ignorino cosa sia il potere. Quella copertina non affossa. Sancisce il fatto che Ferragni sia (sia stata?) una donna di grande potere e che come tale subisca gli effetti della caduta conquistandosi copertine irriverenti, amare, sarcastiche. I precedenti sono infiniti e se riguardano molto spesso la politica è per due ragioni: perché la politica rappresenta il potere per eccellenza e perché mai in Italia un personaggio fuori dalla politica, nell’ambito dei nuovi media, aveva avuto 30 milioni di follower, un patrimonio finanziario, l’attenzione dei media tradizionali e non ( anche all’estero) e l’ambizione di influenzare il pubblico anche in campi vicini alla politica e al sociale. Fino a ieri, quando c’era solo da celebrarla, si è parlato di Ferragni come di imprenditrice di successo, fenomeno, donna più influente nella moda per Forbes, UNICA VERA (!) OPPOSIZIONE AL GOVERNO, oppenheimer e via dicendo. Oggi ci sembra strano che venga trattata esattamente come viene trattato il potere quando il potere si schianta su vanità e ingordigia (o fraintendimenti). Per il resto (questi sarebbe il tema) io ho letto l’inchiesta (molto tecnica) e mi sembra che ci sia poco di clamoroso (i dipendenti hanno stipendi medi, Damato in Tbs come consigliere prende 320 000 l’anno). Ci sono passaggi che può spiegarvi meglio chi si intende di economia che indicano alcune opacità nelle società. Se io fossi Chiara Ferragni, oggi, tra la copertina versione Joker (mica Clarabella) e la vostra difesa infantile come fossi la piccola fiammiferaia mi sentirei più offesa dalla seconda. La verità è che non capite nulla nè di potere nè di giornalismo. Se il giornalismo ha una colpa in questa storia è stata quella di non aver mai occupato lo spazio intermedio tra il successo e la caduta. Ovvero quello dell’analisi e della critica. In parole povere: dei fatti”.