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Carabinieri morti nell’incidente, lo strazio delle loro famiglie

Nella notte tra sabato e domenica, due carabinieri di 27 e 25 anni sono morti in un tragico incidente. Entrambi originari della Puglia, erano di pattuglia su una Fiat Punto di servizio guidata da un altro militare pugliese, il maresciallo Paolo Volpe. Giunti ad un incrocio completamente sgombro la gazzella avrebbe avviato una inversione di marcia per raggiungere una piazzola dove i tre avevano probabilmente intenzione di istituire un posto di blocco. Durante la manovra, però, è comparso improvvisamente un SUV guidata da una donna di 31 anni che ha letteralmente travolto l’auto dei carabinieri, schiantandosi contro la fiancata destra. Il guidatore ha riportato ferite, mentre per i due giovani non c’è stato nulla da fare.

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La dinamica dell’incidente

Secondo una prima ricostruzione, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 aprile, l’incidente stradale mortale si è verificato sulla strada statale 19 che collega i comuni di Eboli e Campagna, in provincia di Salerno. Il maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, di 27 anni, entrambi di origine pugliese, in servizio presso la stazione di Campagna, erano sulla Fiat Grande Punto guidata dal maresciallo Paolo Volpe, di Terlizzi.

Stavano attraversando un incrocio svoltando a sinistra quando una Range Rover, guidata da una 31enne e con a bordo una diciottenne, proveniente da destra, li ha centrati in pieno. Distrutta la vettura di servizio dei Carabinieri, morti i militari seduti sul lato passeggero e sul sedile posteriore. Dopo lo schianto – secondo la ricostruzione degli inquirenti – la stessa Ranger Rover ha impattato una terza vettura condotta da un 75enne di Campagna. Qualche ulteriore elemento per lo svolgimento delle indagini arriverà dall’alcol test e dagli esami tossicologici sulla conducente del SUV oltre ai rilievi ed agli altri accertamenti tecnici effettuati sul posto. (continua dopo la foto)

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Le vittime

Francesco Pastore e Francesco Ferraro hanno perso la vita. Il primo aveva la divisa cucita addosso fin da bambino. “Aveva voluto seguire le orme del suo papà Matteo – confida un collega e amico del padre -. Per questo dopo il diploma da geometra aveva lasciato Manfredonia nel 2020 per arruolarsi e frequentare prima la Scuola sottufficiali di Velletri, per trasferirsi poi a Firenze dove ha preso la laurea in Scienze giuridiche e dove ha terminato la scuola con il grado di maresciallo. Campagna è stata la sua prima assegnazione“.

Per estrarre i corpi dei carabinieri è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno dovuto faticare per aver ragione del groviglio di lamiere in cui si è trasformata la Punto blu con il lampeggiante e le insegne dell’Arma. Ferite anche la donna della Range Rover e una diciottenne che viaggiava con lei, e ricoverato in ospedale pure un uomo di 75 anni che era alla guida di un’altra Punto di passaggio, contro la quale il Suv è andato a sbattere dopo aver sfondato la gazzella. (continua dopo la foto)

Lo strazio delle famiglie

Lutto cittadino per il giorno dei funerali a Montesano Salentino (Lecce), dove era nato Francesco Ferraro. Profondo cordoglio è stato espresso dal presidente Mattarella, che ha espresso “profonda tristezza“, dal comandante generale dei Carabinieri. Ferraro lascia papà pensionato, mamma infermiera all’ospedale di Tricase ed un fratello Alessandro, carabiniere come lui in Calabria, a Crotone, come conferma il vicesindaco Alessandro Verardo. “Conoscevo da anni Francesco. Era un amico vero. Un ragazzo generoso, buono, affidabile. Un ragazzo su cui si poteva fare affidamento. Si è sempre dedicato al sociale”. Montesano Salentino è una piccola comunità di 2600 anime dove tutti si conoscono tra loro. “Una notizia che ha devastato tutti. Francesco era molto amato perché aveva un cuore d’oro. Un ragazzo di altri tempi”, ricorda Verardo. La camera ardente è stata allestita nel Comune di Montesano Salentino.

Pastore lascia la mamma, il papà e la sorella insegnante. “Era legatissimo alla famiglia e faceva rientro spesso a Manfredonia a due ore e mezza di auto – racconta chi lo conosceva -. Aveva il sogno di conseguire la laurea magistrale in giurisprudenza per completare il suo percorso di studi improntati a quel senso di giustizia innato che coltivava fin da piccino“.