Crescono le polemiche per un episodio non ancora chiarito che ha visto involontario protagonista un ex calciatore del campionato di Serie A italiano. Stephane Omeonga, calciatore belga ex Genoa e Avellino che milita attualmente della squadra israeliana del Bnei Sakhnin, ha deciso di rompere il silenzio sul suo arresto avvenuto a Fiumicino mentre si trovava in aereo, e che è diventato virale grazie a un filmato pubblicato sui social.
Omeonga arrestato in aereo, l'ex Genoa contesta la versione della polizia: «Nessuna black list, picchiato per razzismo»
— GB (@gbglobalcitizen) January 2, 2025
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L’episodio, avvenuto il 24 dicembre, lo ha visto protagonista di un intervento della Polaria che, secondo la sua denuncia, sarebbe stato immotivato e violento: “Non c’è mai stato alcun problema al check-in o al controllo di frontiera. Mi hanno fermato senza spiegazioni quando ero già sull’aereo”.
Omeonga ha raccontato che tutto è iniziato con l’intervento di uno steward, che gli avrebbe comunicato un presunto problema con il suo passaporto. “Non mi hanno dato spiegazioni chiare. Ho chiesto con calma di spiegarmi meglio, ma hanno chiamato la polizia. A quel punto è degenerato tutto”, ha dichiarato l’ex nazionale belga Under 21.
Il video diffuso sui social mostra il calciatore trascinato giù dall’aereo da più agenti. Secondo le fonti della Polaria, Omeonga avrebbe opposto resistenza e causato lesioni a un agente, ma il calciatore respinge queste accuse: “Ero ammanettato. Non potevo fare nulla”.
Omeonga ha inoltre denunciato i maltrattamenti subiti durante la detenzione: “Sono stato lasciato in una stanza senza cibo né acqua per ore. Nessuno mi ha spiegato il motivo dell’arresto. Sono stato trattato con brutalità e umiliato senza alcuna giustificazione”. Il calciatore ha negato di essere nella black list di Israele e ritiene di essere stato vittima di un chiaro caso di discriminazione razziale.
Le autorità israeliane non hanno ancora fornito chiarimenti sul presunto inserimento di Omeonga nella loro black list. Intanto, la Polaria ha confermato di aver agito su segnalazione del comandante del volo e del capo scalo di Fiumicino, senza ulteriori dettagli.
L’episodio ha scatenato reazioni forti sui social e tra gli appassionati di calcio. Molti si sono schierati dalla parte di Omeonga, chiedendo chiarezza e giustizia. La vicenda resta al centro del dibattito pubblico, e restano aperti gli interrogativi su possibili abusi e discriminazioni.