
In uno sport fatto di precisione e nervi saldi, Arianna Errigo è riuscita a scrivere una delle pagine più luminose della scherma italiana. Schermitrice di talento precoce e temperamento feroce, è diventata nel tempo un punto di riferimento assoluto per il fioretto azzurro, conquistando medaglie, record e rispetto a ogni latitudine. Dalle pedane giovanili alle Olimpiadi, il suo percorso è una combinazione di tecnica sopraffina, spirito competitivo e resilienza fuori dal comune. Errigo non è solo una campionessa, ma una figura-simbolo: capace di rialzarsi dopo le sconfitte e di restare per oltre un decennio tra le migliori al mondo. Il suo palmarès parla da sé: ori mondiali, europei, podi olimpici, Coppe del Mondo vinte con regolarità impressionante. In questo articolo ripercorriamo la sua carriera attraverso numeri, momenti chiave e caratteristiche che l’hanno resa una leggenda vivente. Scopriamo insieme cosa rende Arianna Errigo una delle più grandi schermitrici della storia. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Gli esordi
Nata a Monza il 6 giugno 1988, Arianna Errigo muove i primi passi nella scherma all’età di sei anni, quando la madre la iscrive al Club Scherma Monza. Fin da subito, questa disciplina diventa per lei più di un semplice passatempo: è una scintilla che accende una passione destinata a durare nel tempo. Cresciuta in Brianza, oggi risiede a Frascati e appartiene all’Arma dei Carabinieri. E’ nelle pedane che ha costruito la sua vera identità. Atleta dal talento precoce, ha dimostrato fin da giovanissima un’eccezionale predisposizione al fioretto, confermata dai successi internazionali già in età adolescenziale. Nel 2004 si afferma con forza vincendo il titolo mondiale cadetti a Plovdiv, a cui fa seguito, due anni più tardi, una doppietta agli Europei giovanili di Poznań: oro nell’individuale e argento nella prova a squadre. La sua ascesa prosegue rapida anche tra i “grandi”: nel 2009 contribuisce alla conquista dell’oro a squadre agli Europei di Plovdiv e, nello stesso anno, ai Mondiali di Antalia, sale sul podio due volte — bronzo individuale e oro a squadre insieme a fuoriclasse come Di Francisca, Granbassi e Vezzali. Una carriera costruita passo dopo passo, con grinta, eleganza e un fioretto sempre più affilato.
La consacrazione
Il lustro d’esordio nel grande fioretto vede Errigo brillare a Parigi 2010, dove veste d’argento l’individuale. Poche ore dopo, con le compagne, sale sul gradino più alto del podio nella prova a squadre. L’anno seguente, a Catania, difende l’onore azzurro centrando un nuovo argento collettivo.
La sua vera investitura arriva però ai Giochi di Londra 2012, teatro di duelli tutti italiani.
In semifinale piega l’icona Valentina Vezzali, guadagnando l’accesso all’atto conclusivo.
In finale recita un fioretto d’alta scuola contro Elisa Di Francisca, cedendo 12‑11 soltanto al minuto supplementare. Quel punto di scarto le vale l’argento individuale, ma non toglie smalto alla sua gara.
Pochi giorni dopo, con Vezzali, Di Francisca e Salvatori, regala all’Italia l’oro a squadre contro la Russia.
Londra segna così la definitiva ascesa della monzese nell’élite mondiale. L’emozione olimpica attraversa presto anche le radici familiari. Il 17 agosto 2012 il Comune calabrese di Condofuri, paese materno, le conferisce la cittadinanza onoraria. Nello stesso periodo sceglie di allenarsi pure al Frascati Scherma, seguendo il compagno Luca Simoncelli. Resta comunque legata alla Comense e al Centro Sportivo Carabinieri, costruendo un insolito doppio tesseramento. La versatilità logistica diventa cifra stilistica di un’atleta in perenne evoluzione. Tra ricordi olimpici freschi e nuove sfide in sala, la prima fase della sua carriera si chiude con un bagaglio già carico di metalli preziosi.

L’era d’oro
Il nuovo ciclo parte a Budapest 2013, dove Errigo conquista il suo primo titolo mondiale individuale.
Un anno dopo, nella splendida cornice di Kazan’, replica l’impresa e diventa bicampionessa del globo.
Nel frattempo, il suo fioretto resta la spina dorsale di un’Italia dominante nelle prove a squadre.
A Montreux 2015 firma il bronzo europeo individuale e l’oro collettivo, ribadendo la forza del quartetto azzurro. Il calendario serrato non intacca la sua lucidità né la brillantezza del suo fioretto.
Poche settimane più tardi, ai Mondiali di Mosca, la due volte regina iridata si ferma in semifinale.
Porta comunque a casa un bronzo individuale che pesa come un promemoria di costanza ad altissimo livello. Più imponente ancora è l’oro di squadra conquistato in finale contro la Russia padrona di casa.
Il punteggio di 45‑36 suggella la superiorità italiana sotto lo sguardo incredulo del pubblico moscovita.
Dietro questi successi si nasconde un metodo fatto di rigore tecnico e cura ossessiva del dettaglio.
Di gara in gara, Arianna disegna un medagliere che inizia a somigliare a una collezione d’arte.
Nuove sfide e longevità olimpica
Nell’anno olimpico di Rio 2016 la gara a squadre non è in programma, ma Errigo colma il vuoto con l’argento mondiale di specialità. A giugno, a Toruń, si laurea campionessa europea individuale, obiettivo che inseguiva da tempo. L’eliminazione prematura ai Giochi brasiliani la spinge a reinventarsi, rispolverando l’antica tradizione della doppia arma. Dal 2017 inizia a gareggiare con costanza anche in sciabola, sfidando le logiche della specializzazione estrema. Il Grand Prix di Cancún le regala subito un argento pesante, arrendendosi solo alla regina Ol’ha Charlan. Mentre il ranking di sciabola decolla, nel fioretto continua a mietere titoli: europeo 2017 e oro mondiale a squadre a Lipsia. Wuxi 2018 vale un bronzo individuale e un argento collettivo, confermando il suo ruolo di punto fermo del team.
Sul piano istituzionale deve lottare per la doppia convocazione, arrivando perfino davanti al TAS.
Nel 2019, alla vigilia dei mondiali, sposa Luca Simoncelli e aggiunge la dimensione familiare a un’agenda già fitta. A Tokyo 2020, posticipata di un anno, trova la via del bronzo a squadre, riscattando la delusione individuale. Il 2022 la vede tornare d’argento agli Europei di Adalia e di nuovo d’oro con le compagne. A Il Cairo, qualche settimana più tardi, la storia si ripete: argento personale e oro di gruppo.
Milano 2023 la consegna alla leggenda con l’ennesimo argento iridato e un nuovo trionfo di squadra.
Giugno 2024, a Basilea, arriva il terzo alloro europeo individuale e l’undicesimo titolo continentale di squadra. Ai Giochi di Parigi, complice un assalto thriller, esce di scena ai quarti per 15‑14, ma torna sul podio con l’argento a squadre. Mamma di 2 gemelli dal 2023, concilia sala, podi e famiglia con una determinazione che ridefinisce la parola longevità. Il suo percorso dimostra che il tempo, se gestito con intelligenza e passione, può essere un alleato prezioso. Così Arianna Errigo continua a tirare, con due armi e mille sogni, verso obiettivi che sembrano non finire mai.
Leggi anche:
- Le più belle medaglie d’oro italiane
- Sport italiano, un 2024 indimenticabile: da Sinner alle ragazze di Velasco
- Olimpiadi, Parigi 2024 è stato un flop
- Gli atleti italiani con più medaglie olimpiche