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Anna uccisa e messa nel bagagliaio dal marito: il ricordo dei colleghi

Una drammatica fine per Anna che nella sera del 10 giugno è stata uccisa dal marito.  L’uomo, 48enne ha confessato il delitto, presentandosi al Comando Provinciale dei Carabinieri e riferendo di avere il cadavere della donna nel bagagliaio del furgone. In lacrime i colleghi del policlinico dove lavorava la donna.

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Anna uccisa e messa nel bagagliaio dal marito

Un altro femminicidio ha scosso la comunità di San Felice sul Panaro, nel Modenese. Anna Sviridenko aveva 40 anni, due lauree, una in Medicina e una in Odontoiatria e si stava specializzando in Radiologia. Aveva due bimbi piccoli, di 3 e 4 anni. È stata uccisa dal marito Andrea Patrinieri, che ha messo il suo corpo nel bagagliaio del furgone e si è presentato dai carabinieri ammettendo il delitto. La donna di origini russe, stimata e amata, lottava per i suoi figli macinando mille chilometri, tra Innsbruck, dove si era trasferita dopo la separazione, e l’Emilia ogni settimana. I rapporti con il marito erano tesi per l’affidamento dei figli. “Era spaventata” racconta una amica, portava i bimbi dal padre per evitare lo scontro. I vicini di casa, a San Felice sul Panaro, la ricordano come una donna dedita al lavoro, infaticabile e che dava tutto per i suoi bambini. (continua dopo la foto)

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La separazione dal marito

La relazione tra Anna e Andrea – che durava da una decina di anni – era sempre stata complessa. Così come delicata era le gestione dei due figli, che passavano al maggior parte del tempo a Innsbruck, per poi rientrare in città di tanto in tanto. Il 17 maggio 2023 era stata decisa, nella causa di separazione, dai giudici in Austria, la collocazione prevalente dei figli nell’abitazione della madre e il diritto di visita del padre. A gennaio 2024, il marito aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena contestando la giurisdizione austriaca. E proprio l’altro giorno i giudici avevano stabilito che i bambini, pur con affido condiviso, avrebbero continuato a vivere con la madre. I colleghi ricordano Anna così.

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