Sono terminati ieri, martedì 6 giugno 2023, i rilievi fatti dalla Scientifica nella casa a Senago, nel Milanese. Proprio in quel luogo, sabato 27 maggio, Alessandro Impagnatiello ha ucciso a coltellate Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza. Dopo queste analisi alcuni elementi sono più chiari e i Pm hanno avanzato una richiesta che determinerà il futuro di Impagnatiello. Cosa gli sta per succedere? (Continua dopo le foto)
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Cosa hanno rilevato le indagini nel luogo del delitto
Le ultime indagini hanno permesso ai pm di ricostruire un quadro più dettagliato riguardo a cosa è successo quel 27 maggio in via Novella a Senago. Gli inquirenti avrebbero dedotto che Alessandro Impagnatiello è un “maniaco” della pulizia, ossessionato dall’ordine. Il 30enne avrebbe accoltellato la compagna nel salone per poi portare il corpo nella vasca da bagno, per dargli fuoco. In seguito avrebbe trascinato il corpo esamine di Giulia per le scale dell’appartamento, fino al garage. Questo il percorso, evidenziato dai residui organici rilevati con un luminol. Poi il killer avrebbe ripulito l’appartamento con una “cura maniacale”, che è balzata agli occhi dei carabinieri non appena vi hanno messo piede. (Continua dopo le foto)
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La richiesta della procura
Dalle ricerche trovate sul telefono di Impagnatiello, sembrerebbe che il delitto fosse premeditato. Un’ora prima della morte di Giulia, il 30enne ha cercato su internet “ceramica bruciata vasca da bagno”. Alessandro quindi già sapeva che avrebbe commesso l’omicidio, anche se durante gli interrogatori ha spiegato che si è trattato di un impeto. “No riscontri su ipotesi complici, lui ossessionato da pulizia”, si legge su Adnkronos a proposito di ciò che hanno rivelato i pm, che ora vogliono per il killer di Giulia il processo con rito immediato. Il termine per richiedere l’immediato è di sei mesi dalla misura cautelare. (Continua dopo le foto)
Alessandro avrebbe agito da solo
“L’omicidio l’ha fatto tutto da solo e sul resto, ossia l’ipotesi che qualcuno possa averlo aiutato a nascondere il corpo o a ripulire non ci sono elementi, nessun riscontro. Possiamo dire che il caso è chiuso”, fanno sapere dalla procura. Anche lui stesso non ha mai fatto nomi di complici. Ma c’è un dettaglio che resta avvolto dal mistero. Secondo quanto ha raccontato un testimone, qualche giorno dopo l’omicidio, Alessandro è andato in un bar di Senago per chiedere informazioni a proposito delle videocamere di sorveglianza. Ed è andato in compagnia di sua madre, Sabrina Paulis, che ha rilasciato un’intervista nella quale lo ha definito “mostro”.