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Formula 1, Ferrari da incubo, Leclerc e Hamilton rassegnati: “Più di così non possiamo fare”

Ferrari, nel giorno in cui l’Italia delle quattro ruote esulta per la pole di Andrea Kimi Antonelli, 18 anni, le Rosse arrancano tristemente nel caldo della Florida. Leclerc e Hamilton sono sesto e settimo in qualifica, con distacchi sconfortanti. E meno male che la Sprint doveva essere il terreno ideale per questa sciagurata SF-25.

L’impressione è che un terreno ideale per questa macchina sbagliata non esista. E il tempo delle parole è finito, le scuse non reggono più, i tifosi sono rassegnati o furiosi, o entrambe le cose. La situazione rasenta ormai il grottesco, se si pensa a tutte le risorse che il team ha investito per tornare competitivo. Può capitare di non vincere, ma i risultati di questo 2025 sono davvero una continua umiliazione.

Le parole (oneste) di Leclerc sono una specie di de profundis per la macchina e per le aspettative degli ormai esausti tifosi. Non gira niente a Miami, nemmeno l’umore del monegasco. “Il passo non c’era assolutamente”, ha dichiarato Charles con la voce spenta di chi ha capito tutto troppo presto.

Nessuna lamentela, solo realtà: “Io ce la metto tutta, ma al momento la macchina è questa”. Come dire: ci si prova, ma con la SF-25 non si va da nessuna parte. “È frustrante perché il mio giro era buono”, ha spiegato Charles a Sky, “ma serve di più. E no, non c’è molto margine di miglioramento”. Un’ammissione lucida, che sa di resa e non offre speranze nel prossimo futuro. (continua dopo la foto)

Ed è proprio questa la cosa più inquietante. Ora tutti, non solo gli appassionati ma anche i semplici simpatizzanti, hanno iniziato a domandarsi chi ha ridotto il Cavallino Rampante in questo stato. Perché non se ne può più di chiacchiere, proclami e promesse: ora è arrivato il tempo delle risposte. E magari anche di qualche decisione forte.

Il team manager Fred Vasseur stavolta non fa il pompiere, il che la dice lunga sulla pesantezza della situazione nei box delle Rosse. Per una volta, niente frasi da comunicato, solo amara consapevolezza: “Il distacco è troppo ampio. Fatichiamo a mettere tutto insieme, commettiamo errori e poi li paghiamo”.

Il punto critico, diciamo quello peggiore fra i tanti problemi, è stato individuato: il secondo settore. Quello più lento. Quello dove servono meccanica, trazione e pulizia. Tutte cose che la SF-25, oggi, non ha. “Surriscaldiamo le gomme e perdiamo tutto lì”, ha ammesso il team principal.

Lewis Hamilton sembra leggermente meno deluso, perché in effetti ha girato più o meno come Leclerc, segno che il feeling con la macchina è cresciuto. Ma questo da un certo punto di vista è ancora più sconfortante, visti i distacchi dai primi. “Sessione migliore delle precedenti”, ha esordito il pilota inglese. (continua dopo la foto)

Ma poi ha aggiunto: “Ci manca ancora velocità. Tutte le macchine davanti a noi sono più veloci”. Come dire: ora non dipende più da me, ma esclusivamente dal mezzo. Tanto che anche guardando alla Sprint, il sette volte iridato non si fa illusioni: “Ho qualche idea per la gara, ma serve ancora tanto lavoro”.

E poi c’è lui. Andrea Kimi Antonelli. Diciotto anni, prima pole in Sprint, il futuro in mano. “Non me l’aspettavo”, ha confessato ai microfoni. Ma il sorriso era quello di chi lo sapeva eccome. Tre decimi rifilati alla prima Ferrari, su una pista mai vista prima: un dato che dice tutto sulla forza di questo ragazzo, ma anche sull’agonia delle Rosse.

“Mi sono trovato subito bene con la macchina, e all’ultimo tentativo ho messo tutto insieme” ha spiegato Andrea. Per entrare in sintonia con il tracciato, Antonelli la mattina aveva fatto qualche giro con una Mercedes stradale. Risultato? Pole. “Credo che li farò più spesso”, ha scherzato. Il futuro è qui, è italiano. Peccato non sia rosso.

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