
A volte certe frasi arrivano dal nulla, durante una conferenza stampa che sembra una delle tante. E invece capita che l’intervistato, in un moto di sincerità, dica una frase che resta lì sospesa e lascia tutti a bocca aperta. Magari perché, come in questo caso, nessuno se l’aspettava. Non c’erano state avvisaglie né anticipazioni. Invece.
L'Inter ha la rosa meno costosa del G8 di Champions https://t.co/kd4V3iZcqY
— La Gazzetta dello Sport (@Gazzetta_it) April 15, 2025
Così, anche se l’età avanza, sei in piena corsa su tre fronti, l’adrenalina è a mille, stai per giocare una sfida europea importante e non ti aspetti che uno dei tuoi leader ti dica che potrebbe essere l’ultima volta. L’ultima stagione. Il tramonto. E invece eccolo lì, con la sua solita calma disarmante, Henrikh Mkhitaryan, seduto in sala stampa alla vigilia di Inter-Bayern, che sgancia la bomba.
“Forse mi restano uno o due anni da giocare. O forse smetto alla fine di questa stagione“. Lo dice così, come se niente fosse. Certo, le 36 primavere cominciano a farsi sentire. Ma se c’è un calciatore che ha l’aria di essere ancora in gran forma, baciato dalla sorte che gli ha destinato un fisico eccezionale per resistenza ed elasticità, questo è proprio l’armeno.
Miky, come lo chiamano affettuosamente i suoi tifosi, non lo dice con amarezza, né con malinconia. Sorride, accenna un mezzo ghigno, e spiega: “È una delle stagioni più faticose della mia carriera, stiamo giocando su tre fronti e non vogliamo mollare”. Una fatica felice, si capisce subito, ma anche lucida. Di chi ha vissuto tanto, ha dato tanto, e ora comincia a fare i conti con il tempo. (continua dopo la foto)

A gennaio ha compiuto 36 anni, il contratto con l’Inter scade nel 2026, i pensieri girano. “Sono felice di aver raggiunto questo punto, anche perché magari non mi ricapiterà più” ha aggiunto. E la frase lascia il segno. Perché non suona come un capriccio, ma come una riflessione profonda di un uomo che sa pesare le parole.
Eppure non c’è spazio per sentimentalismi. Mkhitaryan è lì anche per difendere l’Inter da critiche eccessive sui presunti festeggiamenti dopo l’andata contro il Bayern. “Possono dire quello che vogliono” taglia corto. E rilancia con grinta: “Siamo fortissimi, vogliamo andare il più avanti possibile. Non pensiamo di essere i favoriti, ma ce la giocheremo come se fosse una finale”.
“La stagione più faticosa della mia carriera”
Uno che ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe da quando è a Milano, sa cosa vuol dire stare al centro della tempesta. “Sono felicissimo di giocare in questo club e di raggiungere ciò che stiamo raggiungendo”. Lo ripete più volte, come a voler mettere un punto fermo: l’Inter viene prima. Il gruppo, l’obiettivo, la fame.
Ma sotto sotto si sente che qualcosa si muove. E chissà che questa non sia davvero l’ultima cavalcata per questo armeno pacato, genio della tattica e del posizionamento in campo. Per ora, meglio non pensarci troppo. C’è un’altra partita da vivere. Se verranno altre avventure, si vedrà.
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