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Verso la Nations League, Spalletti: “Uno come Daniel Maldini ci mancava”

Verso la Nations League, conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista degli impegni degli Azzurri il 10 ottobre a Roma contro il Belgio di Lukaku e il 14 a Udine contro Israele. Il Ct ha parlato davvero molto, di seguito oltre ad un breve estratto video della conferenza i passaggi più significativi tra cui quello sul neo-convocato Daniel Maldini, “uno che ci mancava” secondo Spalletti.

Il campionato qualcosa le ha dato e qualcosa le ha tolto. Si riparte per consolidare l’impianto di settembre?
“Sì. All’inizio c’era da cambiare qualcosa, ora la parola d’ordine è dare continuità. I nostri campioni hanno capito che sfruttare bene queste giornate azzurre gli fa bene anche per il futuro nella loro squadra. Ho visto che dopo aver fatto bene nelle gare di settembre i giocatori dell’Italia hanno fatto bene anche con la loro squadra. Il campionato poi dà sempre delle alternative, alcune le abbiamo qui. Ci sono certo gli infortuni che tolgono qualcosa, ma secondo me dipendono più dalla pressione psicologica che da cause muscolari. Stamattina li ho visti belli entusiasti e questo mi fa piacere, si va a giocare con fiducia”.

Visti i tanti infortuni gravi lei pensa che si giochi troppo? Conviene giocare così tanto?
“Bisogna fare una diversificazione, ci sono squadre che non sono attrezzate e non hanno 25 giocatori come altre. Ci sono però squadre che hanno a disposizione 25 giocatori e viene permesso di giocare abbastanza frequentemente proprio per i giocatori che hanno. Poi il discorso va sempre lì: si trattano sempre alcuni giocatori come calciatori di seconda fascia e loro questa idea di commentarli così la subiscono un po’. Squadre come Inter, Juventus o Milan hanno calciatori a disposizione per giocare più partite, poi il livello di qualità a volte è al di sotto ma qui a fare la differenza è la fa la fisicità delle squadre, il modo di interpretare le partite. Un po’ tutti ormai sanno fare questo uomo contro uomo: a volte si va forte a prendere l’avversario alto, a volte si concede campo. Ciò che non va mai fatto è essere lunghi come squadra. Ci sono delle difficoltà a giocare contro queste squadre, ci vuole davvero qualità alta di gioco per avere la meglio. Per me non si gioca troppo, bisogna essere attrezzati per giocare molto e far giocare anche chi è dietro. Far crescere tutti. Però quando non si fa risultato si dice che è colpa delle scelte, delle riserve, non si favorisce questa crescita. Se si continua a fare questi ragionamenti vuol dire restare attaccati a degli alibi: si può giocare spesso e fare un calcio di alto livello, è chiaro che poi vanno valutati anche gli avversari”. (segue dopo la foto)

daniel maldini

Pisilli in Nazionale dopo tutta la trafila, Daniel Maldini in Nazionale 22 anni dopo papà Paolo
“Io a disposizione ho solo i colpi di Daniel e lui ha tante qualità, è un po’ il giocatore che ci manca. Ha la giocata bella incantevole e poi regge botta nei contrasti, sa metterti il naso davanti e poi diventa difficile riprenderlo. Sa giocare benissimo con le spalle alla difesa avversaria: a volte si assenta dal gioco ma io vedendolo giocare con continuità gli ho trovato una crescita abbastanza importante. Vediamo che effetto gli fa essere qui questa settimana, sono convinto che stare qui possa creargli cose belle dentro in grado di creare giocate d’arte. Lo si stimolerà a essere più continuo perché a volte esce dal gioco, ci parlo volentieri perché mi sembra abbia possibilità importanti. Pisilli a vederlo mi sembra proprio un bel centrocampista, sa fare entrambe le fasi ed è uno che arriva. Mi diceva De Rossi che nelle partitine è uno che fa sempre gol, arriva sempre. Ha frequenza, ha energia. E’ uno che sa fare un po’ tutto, può far parte della nostra nuova storia. Penso che anche lui meritasse di venire qui con noi e ora ci renderemo conto. Queste prove dobbiamo farle in questa maniera qui: per ora voglio portare solo 23 calciatori, non voglio avere due giocatori in più che fanno sentire a 5-6 di poter restare fuori. Oggi abbiamo 15 giocatori che svilupperanno un po’ di allenamento, gli altri faranno defaticante. E se ci fosse il bisogno domani siamo ancora nelle condizioni di poter prendere qualcuno”.

Per Chiesa e Zaccagni in questo modulo porte un po’ meno aperte?
“Un po’ sì, un po’ no. Zaccagni ieri ha fatto un gol da seconda punta. Chiesa nella Juventus di Allegri ha spesso giocato in quel ruolo lì e io lo vedo in quel ruolo. C’è bisogno che capisca determinate cose, ma secondo me lo può fare. Zaniolo con Gasperini fa la seconda punta ed è dentro il campo. Basta vedere che hanno piacere a stare dentro, non hanno il timore di sentire il fiato del difensore dietro il collo. Perché quando giochi esterno è diverso, hai una prospettiva diversa e ti rendi sempre conto di ciò che sta per avvenire. Stare dentro qualche volta vuol dire perdere di vista il difensore e ci vuole qualche caratteristica in più. I giocatori citati lo sanno fare e a casa abbiamo lasciato diversi ipotetici convocati: Maldini e Pisilli li porto dentro nei 23 perché voglio vederli nella convinzione di poterli vedere in campo, far parte di una partita della Nazionale a poter fare la differenza”.

Questo Retegui quanto ti fa stare tranquillo?
“Io sono contento quando vedo i giocatori crescere e pieni di momenti di belle cose. Mateo ci aveva già dimostrato di essere un professionista straordinario e un goleador affidabile, è un giocatore esperto della nostra Nazionale in quel reparto lì, un calciatore forte. Chiaramente se fanno gol aumenta l’entusiasmo e riescono cose ancora migliori”.

Se Fagioli e Ricci sono al top, quando uno si fa preferire all’altro?
“Sono entrambi giocatori molto moderni, potrebbero fare entrambi tutti e due i ruoli. Noi abbiamo due partite: io non voglio far pensare che preferisco più uno all’altro. In questo ruolo di ct la prima cosa che devo saper fare è far credere ai giocatori che gli voglio bene. Poi ne devo scegliere undici e andrò a farlo: Ricci ha un po’ più di dinamismo, da raggio d’azione un po’ più lungo. Fagioli un po’ più bravo nello stretto, ma tutti e due sono giocatori tecnici, con cambio di gioco e visione di gioco. Forse Ricci ha un po’ più d’impatto senza palla, ma Fagioli ha fatto vedere di avere queste visioni palla al piede a cui gli altri non arrivano: ha pulizia di gioco e la capacità di andare oltre. Io sono tranquillo con entrambi in quel ruolo lì. Ricci l’avevo convocato precedentemente, per Fagioli mi avevano criticato perché l’avevo portato senza mai giocare ma credo in lui”.

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